CREA: una viticoltura sostenibile con -50% di fitofarmaci è possibile

CREA: viticoltura sostenibile -50% di fitofarmaci

Sintesi dei risultati del progetto triennale Life Green Grapes coordinato dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura per ridurre l’uso di fitofarmaci in viticoltura, alla cui filiera è da imputare circa 1/4 dei 120 milioni di kg di fitofarmaci usati ogni anno in Italia. Con i protocolli di difesa fitosanitaria Green Grapes, oltre alla riduzione dei residui chimici nelle produzioni finali di uva da tavola e da vino, minore impatto ambientale a parità di qualità (caratteristiche organolettiche e merceologiche) e quantità del prodotto (produttività delle piante) rispetto al metodo della lotta integrata. Fra le prospettive il progressivo «abbandono di sistemi basati sull’esclusivo impiego di fungicidi, come il rame in viticoltura biologica».


«Una riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci lungo tutta la filiera produttiva – dai vivai ai vigneti – è possibile, sostenibile e in grado di fornire output qualitativi e quantitativi equivalenti rispetto a quelli ottenuti mediante la normale gestione integrata o biologica aziendale». 
Ad affermarlo è il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) in un comunicato del 13 dicembre in cui sono stati riassunti gli esiti del progetto triennale “LIFE Green Grapes”, ideato e guidato dal CREA Viticoltura ed Enologia con la partnership dei centri CREA Agricoltura e Ambiente e Difesa e Certificazione, dell’Università di Firenze, della Cyprus University of Technology, della Società Agricola F.lli Tagliente, del Consorzio VITITALIA, della Società Agricola Beringer Blass Italia e dell’Azienda Vivai F.lli Moroni. 
Un progetto finalizzato a mettere a punto una difesa fitosanitaria dei vigneti sostenibile in grado di ridurre l’impiego di fitofarmaci pur conservando i livelli qualitativi e quantitativi di produzione di uve. Questione prioritaria, spiega il CREA, visto che «in Italia vengono utilizzati annualmente oltre 120 milioni di chilogrammi di fitofarmaci, di cui circa un quarto nel comparto viticolo».
A fronte di tale esigenza il progetto LIFE Green Grapes è partito dal «presupposto che una buona protezione delle colture possa essere eseguita unicamente se associata a un’adeguata pratica agronomica, capace di mantenere in equilibrio il sistema agricolo e di valorizzare l’attività biologica del suolo, in particolare di quell’area che circonda la radice e che viene influenzata dalla pianta (la cosiddetta rizosfera)».
Pertanto alle aziende viticole sono state proposte come azioni dei «metodi di protezione attenti all’impatto ambientale, ponendo il “sistema vigneto” in condizioni di resistere agli attacchi dei patogeni». In particolare «è stata valutata l’efficacia di specifici protocolli di gestione della difesa delle piante, riducendo le quantità di fitofarmaci attraverso l’impiego combinato di modelli previsionali, induttori di resistenza e tecniche agronomiche di gestione del suolo. Gli obiettivi produttivi, qualitativi e ambientali sono stati perseguiti attraverso la messa a punto di apposite tecniche di gestione, ad iniziare dalla produzione vivaistica dove sono stati utilizzati vari microrganismi antagonisti dei patogeni. L’uso ragionato di tecnologie e prodotti ha giocato un ruolo di primo piano nel progetto per raggiungere e mantenere il giusto equilibrio tra aspetti ambientali ed economici, consentendo l’apporto di ridotti input chimici e l’incremento della biodiversità del vigneto, con l’obiettivo del miglioramento della qualità complessiva delle produzioni finali». E tali azioni «sono state condotte in diverse condizioni ambientali, in vivaio ed in vigneti a uva da vino e da tavola, sia in gestioni biologiche che integrate».
Come anticipato all’inizio, i protocolli di gestione Green Grapes nei vigneti pilota hanno dimostrato che una riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci lungo tutta la filiera produttiva è possibile e con risultati produttivi equivalenti rispetto a quelli della normale gestione aziendale integrata o bio. 
Ma non è tutto. Le soluzioni proposte hanno dimostrato di avere un impatto positivo su aspetti ambientali sempre più rilevanti quali l’aumento della biodiversità e la riduzione del consumo di acqua e delle emissioni di gas serra.
Quali esattamente le ricadute, oltre alla riduzione delle «quantità di residui chimici analizzati nelle produzioni finali di uva da tavola e da vino, così come la minore esposizione ai fitofarmaci dei lavoratori di tutta la filiera»?
Per i produttori, spiega il CREA, «la gestione del vigneto con i protocolli Green Grapes ha consentito di mantenere alti i livelli qualitativi delle produzioni, senza decrementi del loro valore commerciale. Infatti, relativamente a tutti i parametri analizzati (produttività delle piante, caratteristiche organolettiche e merceologiche, conservabilità dell’uva da tavola) non si sono registrate sostanziali differenze tra le produzioni ottenute con le comuni gestioni aziendali e quelle conseguite con i metodi Green Grapes».
Per l’ambiente si è verificato che nei vigneti pilota, dopo 3 anni, è diminuita la presenza di rame nei suoli ed è aumentata la biodiversità microbica e degli organismi viventi nel terreno, con un miglioramento complessivo della fertilità biologica.
Le prospettive che si aprono dopo questo studio, conclude il comunicato del CREA, sono le seguenti: i protocolli di difesa LIFE Green Grapes, che rispettano tutte le normative ambientali generali e di settore, «offrono soluzioni in linea con la Strategia Europea per l’agricoltura biologica e con quella per la Biodiversità, oltre che con la Strategia “Farm to Fork”, che prevede la riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci entro il 2030». Inoltre, la diffusione di questi metodi, attraverso una specifica formazione del personale preposto alla gestione della difesa dei vigneti, «consentirà progressivamente l’abbandono di sistemi basati sull’esclusivo impiego di fungicidi, come il rame in viticoltura biologica, ottenendo una migliore qualità dell’uva destinata alla vinificazione ed al consumo fresco».
Per maggiori info: www.lifegreengrapes.eu.


Redazione