Aiab: ecco “l’agricoltura biologica che vogliamo nel 2020”

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Alla tavola rotonda “L’agricoltura biologica che vogliamo nel 2020”, il 23 novembre scorso a Roma, l’Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica) ha indicato 6 priorità in vista del nuovo regolamento europeo di settore che dovrà entrare in vigore nel 2016: semplificazione burocratica, importazioni trasparenti, più tutela della biodiversità, attenzione all’efficienza energetica, no agli Ogm, inclusione di nuovi ambiti quali la ristorazione collettiva.

Sta muovendo i primi passi il processo di revisione del regolamento europeo 834/07 che definisce regole e modalità di certificazione del biologico. Processo che dovrebbe portare all’entrata in vigore di un nuovo regolamento nel 2016. In vista di quel lontano traguardo l’Aiab, l’Associazione per l’agricoltura biologica italiana che rappresenta il movimento bio in Italia a partire dai produttori, ha già messo nero su bianco alcuni temi prioritari che dovranno essere tradotti nei prossimi mesi, dopo ulteriori consultazioni con i vari soggetti del comparto nel territorio italiano, in una proposta concreta da inoltrare alle istituzioni nazionali ed europee.  
Le sei priorità sono state presentate e discusse il 23 novembre a Roma durante la tavola rotonda organizzata da Aiab “L’agricoltura biologica che vogliamo nel 2020”, a cui sono intervenuti, oltre al presidente di Aiab Alessandro Triantafyllidis, Teresa De Matthaeis del Mipaaf (Ministero delle politiche agricole), il responsabile Area ambiente e territorio di Coldiretti Stefano Masini, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il presidente di Lipu Fulvio Mamone Capria, il direttore generale Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi agroalimentari) Emilio Gatto, il presidente di Icea (Istituto per la Certificazione etica ed ambientale) Giovanni Cavinato, Massimo Crivellaro di Valoreitalia, il presidente di Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) Vincenzo Vizioli ed Andrea Ferrante, vice presidente IFOAM EU (il livello europeo della International Federation of Organic Agriculture Movements).
Ecco le priorità comunicate da Aiab:
- Una riforma nella certificazione e nel sistema di controllo per garantire, insieme alla sicurezza, anche il facile accesso ai produttori interessati al metodo biologico. Attualmente l’eccesso di burocrazia è un deterrente all’accesso di piccole aziende e di intere filiere locali.
- Un sistema di importazione trasparente che non permetta la creazione di pericolose falle.
- Maggiore tutela della biodiversità.
- Attenzione all'efficienza energetica, all'uso di energie rinnovabili ed alla tutela delle risorse primarie.
- Mantenere il biologico libero da OGM, confermando l'impossibilità della coesistenza.
- Includere nuovi campi di applicazione come ad esempio la ristorazione collettiva.
«È iniziato il lungo processo di revisione del regolamento di riferimento, un momento delicato rispetto al quale non possiamo stare a guardare – ha dichiarato il presidente di Aiab, Alessandro Triantafyllidis –. Dobbiamo essere molto attivi per guidare la riflessione, se non vogliamo vedere stravolto il concetto di biologico che abbiamo fin qui difeso e non vogliamo perdere quella sana originalità che ha fatto del biologico una vera avanguardia politica, culturale, sociale ed economica. Oltre al regolamento però, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi a beneficio della collettività che il biologico garantisce, non si può prescindere da una PAC che sostiene questo fondamentale momento di cambiamento. E purtroppo così non sembra, alla luce delle proposte sulla nuova PAC e dei massicci tagli al relativo budget, che mirano più a mantenere delle rendite di posizione che a sostenere un reale sviluppo reale di cui i contadini debbono essere i protagonisti principali».

Lorenzo Sandiford