Verso la riforma europea delle IG: la posizione di Patuanelli

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Il ministro Patuanelli sulla riforma europea delle IG

All’incontro del 20 aprile di oriGIn Italia sulla proposta della Commissione Europea di riforma delle Indicazioni Geografiche, alla presenza di 400 esponenti delle produzioni DOP e IGP, le parole d’ordine del ministro dell’agricoltura Patuanelli: «legame col territorio, più tutela e centralità dei consorzi, sostenibilità». L’europarlamentare De Castro, relatore della riforma: «passaggio strategico per un sistema che in Europa supera gli 80 miliardi di valore; proporre criteri di semplificazione a partire dalle procedure di modifica dei disciplinari».

 
«Con il vostro seminario di oggi si apre ufficialmente il dibattito sul testo del Regolamento tra produttori, consorzi e istituzioni per arrivare a definire una posizione comune e condivisa da sottoporre alle istituzioni europee durante l'iter di approvazione del Regolamento».
Sono le parole pronunciate dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli mercoledì 20 aprile all’incontro “La Riforma del Sistema delle Indicazioni Geografiche, una prima analisi sulla proposta presentata dalla Commissione Europea”, organizzato dall’associazione italiana dei consorzi di tutela delle indicazioni geografiche oriGIn Italia in collaborazione con Afidop e Federdop e con il supporto di Fondazione Qualivita. Iniziativa che ha visto la partecipazione di oltre 400 stakeholder del settore italiano delle produzioni DOP e IGP, con vari interventi, fra cui quello di Patuanelli e dell’europarlamentare Paolo De Castro, relatore della riforma.
«La proposta di riforma della Commissione – ha detto il ministro Stefano Patuanelli - ci spinge oltre la semplice analisi del quadro normativo del settore, avviando un dibattito molto più ampio sul ruolo e sul futuro delle Indicazioni Geografiche nel nostro sistema agricolo e alimentare. Probabilmente non ho bisogno di ricordare a voi il primato dell'Italia in Europa con 841 prodotti a indicazione geografica. Vorrei, invece, evidenziare che il sistema delle DOP e IGP è il segno tangibile del valore della dieta mediterranea con il 70% delle denominazioni europee registrate in Italia, Francia, Spagna e Grecia. Da oltre 30 anni, le Indicazioni Geografiche sono sinonimo di tipicità, qualità e distintività dei sistemi agroindustriali europei e rappresentano la ricchezza e la diversità del nostro patrimonio enogastronomico e l'espressione delle nostre aree rurali».
«Ho già espresso più volte – ha proseguito Patuanelli - le mie perplessità, anche in ambito europeo, su alcuni aspetti di questo testo. Una posizione non isolata che trova una sostanziale condivisione da parte di altri 14 paesi membri. Oggi, tuttavia, vorrei ribadire i tre punti fermi che ci devono guidare in questo processo di riforma: il mantenimento del legame con il territorio, il rafforzamento del sistema delle tutele e il potenziamento del ruolo dei Consorzi.  Le indicazioni geografiche non sono semplici marchi commerciali ma sono espressione di popolazioni, territori, storia e tradizioni». E «oggi la connessione con il territorio assume una nuova connotazione in senso di sostenibilità ambientale e sociale e la definizione di questi requisiti rappresenta un nuovo elemento di competitività e di distinzione delle nostre produzioni certificate». 
«Gli sforzi dei nostri produttori – ha aggiunto il ministro delle politiche agricole - devono essere difesi dalle operazioni di imitazione, evocazione e contraffazione tanto sul mercato fisico quanto su quello online. Prosek, Aceto balsamico e Bolgheri sono solo i casi più recenti di una normativa che va potenziata e resa più rapida, efficace e uniforme non solo all'interno del mercato comune, ma (soprattutto) nel mercato globale.  D'altra parte, i consorzi di tutela devono essere i protagonisti del nuovo sistema di qualità europeo e garantire le tipiche azioni di tutela e promozione, ma acquisire anche nuove competenze in termini di controllo dell'offerta e di commercializzazione delle produzioni». 
«Le riforme sono processi complessi – ha concluso Patuanelli - ed è necessario che tutte le componenti della filiera e le istituzioni facciano sistema per portare in Europa la nostra visone strategica del futuro delle Indicazioni Geografiche. Ritengo che questo gioco di squadra sia decisivo per affrontare tutti i temi e le riforme che attualmente sono in discussione da parte delle istituzioni europee».
Nel corso dell’incontro, aperto dal presidente di oriGIn Italia Cesare Baldrighi e che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di settore – tra cui Antonio Auricchio, presidente di Afidop e Fabrizio Filippi, presidente di Federdop –, è stata illustrata la proposta di riforma, mettendone a fuoco i punti prioritari e delineando le posizioni del sistema italiano sui vari passaggi. In particolare gli interventi di Riccardo Deserti, presidente di oriGIn, Stefano Fanti, vicepresidente oriGIn Italia e Leo Bertozzi, del board oriGIn EU, hanno sottolineato l’importanza di intervenire per rafforzare il valore strategico del sistema, gli strumenti di tutela e anche il ruolo dei gruppi come motore delle filiere DOP e IGP.
In conclusione l’intervento di Paolo De Castro: «siamo di fronte a un passaggio strategico davvero importante che coinvolge un sistema che in Europa supera gli 80 miliardi di valore. Sarà importante lavorare con gli altri Paesi, e in questo un ruolo importante spetta a Origin EU, per arrivare a una proposta in grado di rafforzare sia i Consorzi, con capacità operative e di governance sempre più efficaci, sia la tutela delle Indicazioni Geografiche, facendo tesoro dei segnali positivi giunti dalla Corte di Giustizia e dal sistema europeo in questi anni». De Castro ha evidenziato inoltre l’importanza di proporre criteri di semplificazione, a partire dalle procedure di modifica dei disciplinari, e di sviluppo della sostenibilità come valore aggiunto. «Dobbiamo lavorare insieme – ha concluso - per cogliere questa occasione straordinaria di sviluppo, e per farlo è importante focalizzarsi non solo sulla correzione delle criticità della proposta, ma anche fornire suggerimenti concreti per il rilancio della politica della qualità, consapevoli che gran parte delle responsabilità è nelle mani del sistema italiano delle Indicazioni Geografiche e della sua capacità di fare squadra».  
 

Redazione