Con i dati sulle macchine agricole, avviata oggi Eima 2022

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Alla vigilia di Eima, dal 9 al 13 novembre a Bologna, i dati sulle macchine agricole. In Europa, dopo il +16,6% del 2021, trattrici -7,6% nei primi 9 mesi 2022.


«L’andamento complessivo del mercato conferma come la domanda di meccanizzazione agricola sia ormai una costante nello scenario economico mondiale anche se sul bilancio di quest’anno, e sui primi mesi del prossimo, non potranno non pesare la situazione economica generale, l’inflazione e le politiche restrittive messe in atto dai Governi, oltre che il possibile calo della redditività dell’agricoltura a causa dell’aumento dei costi di produzione».
È quanto dichiarato da Alessandro Malavolti, presidente della Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura (FederUnacoma), durante la presentazione dei dati del mercato mondiale delle macchine agricole nella conferenza stampa di ieri alla vigilia della 45^ edizione di Eima International: la rassegna internazionale sulla meccanica agricola in programma da oggi 9 novembre fino al 13 novembre presso BolognaFiere. Salone professionale, promosso da FederUnacoma, che si è aperto stamani con 1500 espositori, 480 dei quali provenienti dall’estero, 14 settori di specializzazione, 5 saloni tematici e circa 60 mila modelli esposti all’insegna di «innovazione tecnologica, completezza di gamma, internazionalizzazione», elementi capaci di richiamare quest’anno visitatori da 160 Paesi.
gmvnativeLe vendite di mezzi meccanici per l’agricoltura hanno mantenuto buoni livelli negli ultimi 2 anni e mezzo, caratterizzati dalle gravi crisi economiche conseguenti alla pandemia Covid e alla guerra in Ucraina, è stato spiegato ieri da FederUnacoma, e nei nove mesi da gennaio a settembre 2022 il mercato si è mantenuto su volumi superiori rispetto a quelli precedenti la pandemia del 2020, anche se tra la fine di quest’anno e la prima parte del 2023 il settore è destinato a subire gli effetti dell’inflazione e dell’incertezza geopolitica. In particolare, il 2021 è stato un anno record per il mercato mondiale delle trattrici, che ha registrato un incremento di circa il +13% rispetto al 2020 (che si era chiuso con 2.200.000 trattrici di nuova immatricolazione). Vistosi gli incrementi negli Stati Uniti (+10%), in India (+13%) e in Europa (+16.6%), mentre la Cina è rimasta esclusa dalla fase espansiva per l’emergenza Covid e una cattiva congiuntura economica interna.
Anche nell’anno in corso, al cospetto della grave crisi politica ed economica determinata dalla guerra in Ucraina, con l’impressionante crescita dell’inflazione, il costo dell’energia salito a livelli impensabili e il permanere delle difficoltà relative alla reperibilità delle materie prime ferrose e plastiche, oltre che al costo della logistica e dei trasporti, i macchinari agricoli hanno mantenuto buoni livelli di vendita. Nei nove mesi da gennaio a settembre 2022 le vendite in India indicano un numero di trattrici pari a 665 mila unità, che corrisponde ad un calo di appena il -2,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nello stesso periodo il mercato statunitense registra 210 mila unità, con un calo pari a -14,3% sul 2021 ma con un volume di vendite che si conferma comunque superiore rispetto ai livelli pre-Covid. Mentre il mercato europeo, su livelli di tutto rispetto, sconta il deteriorarsi della situazione economica: -7,6%. Paesi trainanti come la Germania e la Francia mostrano nei nove mesi una discreta tenuta: la Germania segna un calo per le trattrici pari a -7,4%, mantenendo un volume di vendite (23.400) superiore rispetto al livello pre-Covid del 2019. La Francia segna un calo pari a -4,5% (23.500 unità, superiori al dato pre-Covid del 2019), mentre è da segnalare l’incremento vistoso di mercati minori come quelli della Repubblica Ceca, dell’Ungheria, della Serbia e della Croazia. Discorso a parte deve essere fatto per la Cina, dove il mercato prosegue anche nel 2022 la sua fase negativa: -1% le vendite di trattori nel primo trimestre 2022 dopo il -20% del 2021.
«L’aspettativa degli operatori del settore agromeccanico - ha detto Malavolti - è che il mercato possa riprendere la propria marcia rapidamente, non appena la congiuntura economica sarà migliore. Del resto, il settore agricolo è destinato a crescere a livello mondiale nei prossimi anni, per soddisfare i fabbisogni di una popolazione che dai 7,8 miliardi di persone censiti nel 2021 passerà ad un totale di 8,6 miliardi nel 2031 (quasi un miliardo in più in appena dieci anni). Entro il prossimo decennio la produzione agricola globale è stimata in crescita del 17%, trainata soprattutto dalla Cina, e quindi dall’India e dalle altre regioni dell’Asia e del Pacifico, mentre anche l’Africa subsahariana vedrà incrementare la propria capacità produttiva». Se nei Paesi emergenti e in quelli in via di sviluppo le tecnologie saranno finalizzate soprattutto all’incremento della produzione, è stato osservato nella conferenza stampa, nei Paesi più avanzati, e soprattutto in Europa, le innovazioni tecnologiche saranno finalizzate soprattutto alla sostenibilità ambientale e alla preservazione delle risorse naturali, secondo il modello che viene riassunto nel Green Deal e reso operativo con le misure della nuova Politica Agricola Comunitaria. In questo scenario si stima che il mercato della meccanizzazione agricola possa crescere in modo consistente nei prossimi anni: i dati di Export Planning sul commercio mondiale delle macchine agricole stimano una crescita tra il 2023 e il 2026 del 5,7%.
Passando all’industria italiana delle macchine agricole, le previsioni di FederUnacoma per fine anno indicano un calo dei quantitativi prodotti (-6%), ma un incremento del valore della produzione (14,2 miliardi di euro, pari a +3,7% sul 2021). La tenuta del mercato interno, con immatricolazioni italiane su buoni livelli (17.256 trattrici), e soprattutto il buon andamento delle esportazioni (+10,4% in valore nei primi sette mesi del 2022, nonostante -2,5% in quantità) sostengono il settore, che tuttavia sconta la crisi dei costi di produzione e la minore capacità di spesa da parte delle imprese agricole. 
I dati Istat sul commercio estero indicano che nei sette mesi gennaio-luglio 2022 la crescita delle esportazioni in valore riguarda sia le trattrici (+2,13% rispetto allo stesso periodo 2021, anche se a fronte di un calo del numero di unità del 20%) sia le altre tipologie di macchine (+13,6% in valore e +0,34 in peso). I principali mercati di sbocco si confermano Stati Uniti, Francia e Germania, ma in crescita risultano le esportazioni verso la Polonia (+26%), la Romania (+37%) e l’Ungheria (+46%).
L’incremento del fatturato, pure in presenza di una riduzione delle quantità esportate, è da ricondurre all’aumento del prezzo dei listini, uno scarto questo che dovrebbe caratterizzare anche il consuntivo a fine anno della produzione italiana, previsto in termini quantitativi a -6% sul 2021, ma con un incremento in termini di fatturato, attestato a quota 14,2 miliardi di euro, vale a dire con un risultato migliore rispetto a quello dell’anno record 2021 che aveva registrato un valore della produzione pari a 13,7 miliardi di euro. Sul fatturato previsto per fine 2022 incide il buon andamento del comparto della manutenzione del verde, con livelli produttivi in linea con quelli dello scorso anno per un valore intorno al miliardo di euro, e soprattutto quello della componentistica, che si stima possa raggiungere a fine anno un fatturato pari a 3,4 miliardi.
«Per quanto reattiva ed efficace - ha detto però il presidente della Federazione di FederUnacoma - l’industria italiana non è esente dalla congiuntura economica sfavorevole e da tutti quei fattori che condizionano le imprese in questa difficile fase». Nella primavera di quest’anno il prezzo dell’energia ha registrato un rialzo impressionante, segnando un incremento del +400% rispetto alla primavera del 2020. «Sono note le iniziative assunte dai governi e dall’Unione Europea nel suo insieme per diversificare gli approvvigionamenti e per calmierare i prezzi - ha osservato Malavolti -, interventi che hanno iniziato a produrre i loro effetti (un calo dei prezzi del 10% da settembre e la prospettiva di ulteriori decrementi nei mesi prossimi), ma che non sono sufficienti a riportare le quotazioni sui livelli che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni, e con effetti quindi permanenti sui conti delle imprese manifatturiere, che contribuiscono ad un aumento dei costi di produzione e quindi ad un incremento dei prezzi di listino dei mezzi meccanici». Questo si combina, purtroppo, con una crescita dei costi di produzione anche nelle imprese agricole, che scontano la maggiore bolletta energetica, ma anche il maggiore onere per l’acquisto di fertilizzanti e prodotti chimici. Il prezzo dei fertilizzanti ha subito un incremento imprevedibile dalla primavera scorsa, a causa del blocco delle importazioni dalla Russia, che con 16 milioni di tonnellate di fertilizzante era di gran lunga il maggior fornitore dell’Unione Europea. Gli stessi prodotti chimici hanno registrato nel giugno di quest’anno incrementi compresi tra il 100 e il 150% rispetto al giugno 2020, i più consistenti dall’anno 2000. «Per ridurre il divario crescente tra i costi industriali e la capacità d’investimento delle imprese agricole – ha affermato Malavolti – è fondamentale il sostegno pubblico, volto ad incoraggiare gli acquisti, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo, con una rosa di strumenti specifici per la meccanizzazione agricola».
Infine, riguardo alle nuove immatricolazioni in Italia, i dati elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni del Ministero dei Trasporti indicano ad ottobre un totale di 17.256 trattrici, con un calo del 15,3% sul 2021 ma con un volume di vendite comunque superiore ai livelli pre-Covid. Nei dieci mesi da gennaio ad ottobre le immatricolazioni registrano cali per tutte le tipologie di mezzi, ma con volumi di vendita comunque elevati. Il passivo rispetto all’anno precedente è in parte fisiologico – spiega FederUnacoma - perché il 2021 è stato un anno record per le vendite (+36% per le sole trattrici). E’ tuttavia rilevante il fatto che i livelli di vendita si mantengano superiori rispetto alla media degli anni precedenti. Le mietitrebbiatrici registrano 335 unità vendute, con un calo dell’11,6% sul 2021, ma con un volume superiore rispetto a quello pre-Covid del 2019. Le trattrici con pianale di carico raggiungono quota 441, con un calo del 18,5% e un livello di vendite di inferiore a quello del 2019, e così i rimorchi, che si fermano a quota 7.340, poco al di sotto del dato 2019. I sollevatori telescopici, infine, chiudono i dieci mesi con una flessione del 24% in ragione di 964 unità, un numero superiore rispetto a quelli degli anni precedenti la crisi sanitaria.
«Ai problemi relativi alle forniture, al costo delle materie prime, ai costi dei trasporti e della logistica che già pesavano sulle imprese industriali – ha spiegato Malavolti – si aggiungono in questo autunno quelli relativi ai costi energetici, all’inflazione crescente e alle restrizioni finanziarie, e questo non aiuta l’economia delle imprese e la loro competitività sul mercato». «Tuttavia il settore sta reggendo in questo difficile contesto - ha aggiunto - grazie anche ad un sistema di aiuti all’acquisto che incide in modo significativo, e grazie ad una sempre maggiore propensione delle imprese agricole ad acquisire tecnologie di nuova generazione». I dati che emergono dall’ultimo censimento agricolo ISTAT rivelano come sulle circa 1.100.000 aziende agricole presenti in Italia, più del 10% abbia introdotto negli ultimi anni innovazioni rilevanti. Sono in totale 250 mila le innovazioni acquisite dalle 120 mila imprese agricole innovative, che hanno puntato per la maggior parte proprio sulla meccanizzazione: il 28% delle tecnologie acquisite riguarda infatti i mezzi meccanici basilari, l’11,6% riguarda i sistemi di semina e piantamento, l’8,8% le attrezzature per la lavorazione del terreno e l’8,3% i sistemi per l’irrigazione.

Redazione