Prime reazioni al tavolo di filiera dell’olio di oliva con La Pietra

tavolo di filiera dell'olio di oliva - La Pietra

Le reazioni di Assitol, Copagri, Uci al tavolo di filiera dell’olio di oliva del 16 febbraio col sottosegretario La Pietra, che ha promesso rilancio produttivo.

 
«Rilanciare il settore produttivo dell’olio d’oliva italiano non è una possibilità, ma un preciso impegno del ministero dell’Agricoltura». 
Lo ha dichiarato in un post sulla propria pagina Facebook il 16 febbraio sera il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra a suggello del tavolo di filiera dell’olio di oliva tenutosi presso la sede del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) alla presenza dei principali attori del comparto olivicolo-oleario italiano. «Dobbiamo recuperare – ha aggiunto La Pietra - i 33mila ettari di terreno coltivato ad olivi persi negli ultimi 10 anni e aumentarli ulteriormente nei prossimi cinque anni. Maggiore produttività di un’eccellenza agroalimentare qual è quella dell’olio d’oliva italiano favorirà la crescita dell’esportazione, la diminuzione delle importazioni e un conseguente beneficio economico per il comparto e per tutto il Made in Italy, grazie al valore aggiunto di un prodotto 100% italiano».
Ma quali sono state le reazioni dei soggetti presenti all’incontro? Tre dei soggetti partecipanti si sono espressi pubblicamente il giorno seguente attraverso specifici comunicati stampa. 
Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha manifestato «grande soddisfazione» e la «massima disponibilità a collaborare» con il Masaf per risolvere i problemi del comparto. Secondo quanto riferito da Assitol, le due linee di intervento messe in luce da La Pietra includono «la difesa del territorio e del valore sociale dell’olivicoltura» e «l’aumento della produzione nazionale in un’ottica di innovazione e apertura a nuovi e più efficienti sistemi olivicoli, investendo anche nella ricerca di cultivar italiane adattabili alle nuove esigenze agronomiche». «Condividiamo le linee strategiche proposte dal Sottosegretario – ha commentato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol – e il ruolo centrale dell’unità di filiera nel raggiungimento degli obiettivi indicati. Da tempo invochiamo la necessità di fare squadra contro la progressiva perdita di posizioni dell’Italia olearia rispetto ai suoi competitors. Da questo tavolo crediamo che debba e possa nascere invece un percorso virtuoso, capace di rivitalizzare l’intero settore». Anna Cane si è detta «totalmente d’accordo» con il sottosegretario La Pietra anche sulla urgenza di lavorare insieme pure attraverso un’interprofessione unica.
Positivo anche il parere sull’incontro del presidente di Copagri Tommaso Battista: «l’olivicoltura italiana – ha detto - sta vivendo una fase molto complessa, caratterizzata da una congiuntura negativa che ha portato a un sensibile calo della produzione, dovuto all’andamento climatico sfavorevole, alla delicata congiuntura di mercato, con rincari record per i costi di produzione e dell’energia, e non da ultimo alle ripercussioni ancora tangibili della drammatica epidemia della Xylella, che non accenna a placarsi». Per tali ragioni è stata importante una riunione del tavolo dell’olio di oliva dopo diversi mesi dall’ultimo confronto. Anche secondo Battista «il settore necessita di un rapido e deciso intervento che riporti la barra a dritta sulla necessità di incrementare la produzione, recuperando il terreno perduto nei confronti dei nostri competitor comunitari, e che punti con sempre maggiore decisione sulle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicata all’agricoltura […] per aumentare la produttività, andando al contempo a tutelare il territorio e il valore sociale dell’olivicoltura». Copagri ritiene prioritario «strutturare e rendere permanente il Tavolo di filiera, facendo sì che si riunisca e si confronti periodicamente per valutare le strategie da attuare per incrementare la produzione di olio extravergine d’oliva italiano e che, in particolare, si occupi di redigere il tanto atteso Piano olivicolo nazionale, strumento principe nel quale incardinare tutte le iniziative da mettere in campo». Con tale Piano per Copagri si potrebbero anche realizzare «politiche di medio-lungo periodo» che consentano di «stabilizzare produzione e prezzi» e di agire su questioni strutturali del comparto quali «reperimento della manodopera», «recupero dei terreni abbandonati» ed «eccessiva burocrazia».
Tra le priorità indicate dall’Unione coltivatori italiani (Uci) «la valorizzazione dell’olivicoltura delle aree interne del Paese a rischio abbandono, il miglioramento della capacità e della qualità dello stoccaggio e la concentrazione dell’offerta, l’invito a procedere con lo strumento dei contratti di filiera puntando ad una comunicazione istituzionale che possa mettere in evidenza le qualità dell’evo, e dunque porre le aziende italiane nelle condizioni di poter ambire a mercati sempre più importanti». L’Uci si è poi soffermata sulla necessità di intervenire, per ridurre gli effetti della Xylella, sul sostegno al reddito degli olivicoltori del Salento. Nello specifico ha chiesto al Sottosegretario di «intervenire prontamente con alcune deroghe per consentire l’applicazione dell’ecoschema del tipo 3, rendendo ammissibile tale tipologia di pagamento destinato alla manutenzione degli olivi per i produttori che manifesteranno impegno al reimpianto di nuovi olivi».
 

Redazione