Biomasse agroforestali: 70 nuovi impianti entro il 2015

in Brevi

legname e biomassa agroforestale

A dicembre un protocollo fra la Regione e le organizzazioni agricole e cooperative che prevede la realizzazione di 70 impianti a biomasse agroforestali per 70 megawatt elettrici (oltre a 200 megawatt termici) e 800 nuovi posti di lavoro. La Toscana è la prima regione per ettari boscati: 1 milione e 110 mila, pari a più del 50% della superficie[Foto di SeanMack da en.wikipedia].

Saranno tutti di piccole dimensioni (meno di 1 megawatt l’uno) e alimentati grazie alla filiera corta locale i 70 impianti a biomasse agroforestali, per un totale di 70 megawatt elettrici (oltre a 200 megawatt termici) e circa 800 posti di lavoro, che nasceranno in Toscana entro il 31 dicembre 2015.
Il piano è stato annunciato oggi a Firenze durante un workshop su “Energia da biomasse agroforestali: un’opportunità per le imprese e i cittadini toscani” organizzato da Confederazione italiana agricoltori toscana e dall’Associazione italiana energie agroforestali (Aiel), al quale ha partecipato l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori. E sarà sancito da un protocollo che verrà siglato entro dicembre 2012, oltre che dalla Regione Toscana e dalla Cia regionale, anche da Uncem Toscana, Upi e Anci, e dalle sigle sindacali del mondo agricolo e del lavoro (Cgil, Cisl Uil); nonché dal mondo cooperativo (Confcooperative e Legacoop).
Fra i principi del protocollo c’è la filiera corta, nell’ottica di assicurare la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del patrimonio forestale toscano, quindi la biomassa dovrà arrivare all’impianto solo dal territorio (massimo 70 km dall’impianto). Gli impianti saranno finanziati per una parte con fondi regionali e nazionali, il restante per investimenti privati.
Di biomassa non ne mancherà, secondo Cia, perché la Toscana è la prima regione italiana per superficie boscata, con più del 50% del territorio a bosco, pari a 1 milione e 110mila ettari di territorio regionale, di cui due terzi sono di proprietà privata. «C’è quindi grande disponibilità di materia prima e di biomassa residua da lavorazioni boschivesottolinea la Cia Toscana –; considerando gli scarti agricoli e forestali sono disponibili circa 700mila tonnellate di sostanza secca l’anno».

L.S.