L’interdisciplina mediatica di Petrit Halilaj

Unendo realtà e immaginario, politico e folcloristico, Petrit Halilaj (nato nel 1986 a Kostërrc) lavora con una varietà di media tra cui scultura, video, disegno e testo, oltre a tessuti e materiali tradizionali. Il lavoro di Halilaj esamina la relazione tra identità culturale e patrimonio, memoria personale e collettiva, e spesso usa gli animali come metafore per la trasformazione, come nelle gigantesche sculture di falene performative e installazioni di "creature" simili a uccelli. Più di recente, i suoi progetti si sono concentrati intorno a Runik, in Kosovo, un sito di insediamenti neolitici e al villaggio in cui è cresciuto e da cui è dovuto fuggire con la sua famiglia durante la guerra del Kosovo del 1998-1999 per andare in Albania.
L’installazione nel Palacio de Cristal al Parque del Retiro di Madrid
dal titolo “A un corvo e agli uragani che riportano odori di umani innamorati da luoghi sconosciuti” ricrea un grande nido, composto da rami ed enormi boccioli di ciliegio e forsizia, garofani, gigli e papaveri che, con i loro colori sgargianti, attraggono i visitatori verso l’interno dello spettacolare edificio in ferro e vetro.
L’opera si connette direttamente al parco attraverso le finestre lasciate aperte, invitando ad entrare volatili e piccoli animali per nutrirsi con i semi lasciati a loro disposizione in deliziose zone ristoro.
Il tema del rifugio, centrale nella poetica di Halilaj – fortemente connessa alla difficile situazione politico-culturale della sua terra d’origine, funge da spunto per la riflessione sui concetti di casa, nazione e identità, ma è anche una celebrazione dell’amore universale e senza confini. Senza dubbio l’artista ha saputo creare un ambiente unico ed emozionante, dove tornare per un poco bambini.
L’esposizione si terrà fino al 28 febbraio 2021.

Arte verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin