Contro i canoni della bellezza le opere di Ewa Juszkiewicz

I ritratti ad olio delle donne di Ewa Juszkiewicz capovolgono le convenzioni di genere. L'ispirazione dell'artista spazia dal Rinascimento fino al XIX secolo e le sue opere somigliano ai dipinti storici europei dove però i volti del soggetto vengono sostituiti con una distorsione surreale o grottesca. In alcune composizioni la testa della modella viene avvolta da lussureggianti composizioni floreali.
Nata a Danzica in Polonia, Juszkiewicz vive e lavora a Varsavia. Ha iniziato la sua serie di ritratti femminili nel 2011 e tutt'oggi continua la sua opera evocando l'inquietante senza compromettere l'armonia estetica delle immagini. Classici nel metodo ma sovversivi e persino ribelli nei contenuti, i suoi dipinti decostruiscono gli ideali di bellezza femminile e i contesti in cui sono sorti e in cui persistono.
Ewa Juszkiewicz crea dipinti ad olio su larga scala raffiguranti capelli intrecciati e vegetazione come boccioli, foglie fresche o foglie cadute ed erbe secche che stanno mutando in modi diversi. Questi possono essere visti letteralmente occupare e superare i confini della tela e creare superfici unificate su uno sfondo neutro, quasi monocromatico. Ogni tela si rifà alla ritrattistica durante l'Ancien Régime.
Il titolo della sua ultima mostra è un riferimento diretto al poema settecentesco di Anna Laetitia Barbauld, 'Ode to Spring'. Il versetto originale recita: "Incoronato di fiori freschi e ombra sempre primaverile". Nello spirito di Barbauld, l'artista ci invita a considerare la natura in tutte le sue terribili e belle incarnazioni e a vederla con uno sguardo più clinico. Abbracciando la profusione del vegetale e dell'organico in questi ritratti finemente eseguiti, l'artista afferma la sua riverenza per la natura.
Da tempo l'artista desidera dipingere organismi vegetali viventi nelle diverse fasi del loro sviluppo, così da riflettere sui cicli vitali e sui vari stadi di crescita dei fiori, delle foglie appassite, della materia appassita, dell'erba secca.
"Mentre lavoravo a questi dipinti - osserva Ewa Juszkiewicz - ho pensato molto alla caducità della vita. Mostro segni di avvizzimento e marciume. Dalla fioritura al ciclo inevitabile della morte che non aggira nessuno degli esseri viventi".

Arte verde è una rubrica curata da Anne Claire Budin