Manzo: qualità delle produzioni e controllo fitosanitario sempre legati nel florovivaismo

A colloquio con Alberto Manzo, funzionario del Mipaaf responsabile del tavolo di filiera del florovivaismo, incontrato durante Flormart 2017. E’ aperto a un eventuale Gruppo di lavoro sui mercati di fiori, a beneficio in primis del fiore reciso. Per lui nelle produzioni florovivaistiche italiane c’è qualità, ma i rischi fitosanitari causati dall’import-export di piante esistono: i principi del Reg. Ue 2031 di tutela delle piante vanno rispettati, abbassando però l’eccessivo carico burocratico del regolamento.


«L’incontro dei mercati di fiori è stato interessante. L’idea è quella di realizzare un gruppo di lavoro nell’ambito del tavolo tecnico del florovivaismo, “Gruppo lavoro mercati”, per riprendere un discorso che è stato fatto già negli anni scorsi dal tavolo riguardo ai progetti Ismea sulla certificazione del materiale, per cercare di dare una svolta e un aggiornamento soprattutto al settore dei fiori recisi. Per cui adesso Piante e Fiori d’Italia farà una nota ufficiale al Ministero e lo proporrà come gruppo di lavoro del tavolo tecnico di filiera».
Inizia così la breve intervista di Floraviva ad Alberto Manzo, funzionario del Ministero delle politiche agricole che coordina il tavolo tecnico di filiera del florovivaismo, sentito durante la 68^ edizione di Flormart a Padova, dopo l’incontro sui mercati di fiori del 22 settembre pomeriggio, in cui è stata annunciata dal presidente di Piante e Fiori d’Italia Cristiano Genovali la nascita di un tavolo dei mercati di fiori italiani, per ora all’interno dell’associazione da lui guidata (vedi nostro articolo).
Ad Alberto Manzo chiediamo ragguagli anche sull’incontro del 27 settembre a Roma fra florovivaisti, esperti e politici, sia parlamentari che ministri, sul tema “Il paesaggio chiama politica: economia, salute, sviluppo, occupazione e turismo per un’Italia sostenibile”, organizzato dal Coordinamento nazionale della filiera del florovivaismo e del paesaggio (Cnffp), che ha quali referenti Nada Forbici, presidente di Assofloro Lombardia, e Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia (vedi nostro articolo). 
«Si tratta dell’ennesimo appuntamento alla Camera dei deputati organizzato da aziende che hanno a cuore tutto il discorso degli incentivi per il verde, cioè il recupero dei giardini privati con la disponibilità di un budget messo a disposizione per attivare un bonus verde…»
..ci sarà anche il suo Ministero?
«Il ministero è stato invitato e probabilmente verrà. Diciamo che è gestito da dei parlamentari che hanno avuto a cuore …»
..i tre disegni di legge di defiscalizzazione di opere a verde private?
«Sì, uno è quello dell’onorevole Susta, che ha parlato anche questa mattina a “EchoTechGreen”, e ha ribadito la proposta di emendamento che dovrà essere riproposta in finanziaria. Vediamo però…»
..ci hanno già provato ma sono mancate le risorse..
«Tutti [nel settore, ndr] sono concordi nel dire: partiamo con un po’ di fondi e vediamo. Però quando si arriva alla ripartizione dei fondi… vedremo».
Cosa è emerso nel convegno internazionale “Horticultural Experiences”?
«Sono state affrontate le tematiche del green, cioè sull’importanza del verde urbano, sempre gli stessi concetti ma più aggiornati. E anche nella mia sezione sulle produzioni di qualità abbiamo parlato più o meno dello stesso discorso toccato nella riunione dei mercati di fiori, cioè l’importanza di alzare la qualità del prodotto garantendo un prodotto adeguato a livello internazionale. Infatti ha parlato Mps, ha parlato l’ufficio dei brevetti europeo di Angers (Cpvo, Community plant variety office Eu agency, ndr), e questo discorso vale per tutti i comparti del florovivaismo. La questione è internazionale, non solo italiana. Il punto è che la qualità delle produzioni in questo settore si scontra con altre problematiche. Infatti un altro tema è stato quello della movimentazione del materiale con problemi fitosanitari, vedi Xylella ecc.; e quindi dell’aumento dei controlli, della necessità di avere cura di controllare le aziende. Tutte tematiche assolutamente legate fra loro e che hanno come conseguenza il fatto di fornire al consumatore un prodotto garantito».
In Italia come si sta da questo punto di vista della qualità delle produzioni e delle garanzie?
«A livello di qualità siamo messi molto bene, perché le aziende italiane sono serie e fanno un buon lavoro. Però c’è anche qui competitività sui mercati e alcuni sì hanno la certificazione, ma a mio avviso, coltivando anche all’estero, importando e inserendo il prodotto nel mercato europeo, si creano problemi nelle nostre aziende. Comunque è un discorso di cui parliamo da tanti anni, non è una novità».
L’unico punto nuovo, però, è il regolamento Ue 2016/2031 (vedi nostro articolo) contenente le misure per la protezione delle piante da organismi nocivi…
«..non è competenza del tavolo florovivaistico…»
..sì, ma una sua opinione è importante.
«L’opinione è che l’applicazione di quel regolamento è sicuramente molto complessa per le aziende e dispendiosa…»
..quindi si potrebbe sperare in un ammorbidimento delle norme..
«..non è che si può ammorbidire, il regolamento è quello, è scritto così, difficilmente si può ammorbidire. Si possono piuttosto cercare delle strade, non per abbassare il livello di quanto scritto, ma per trovare dei sistemi più idonei affinché le aziende non soffrano, perché proprio adesso che stanno uscendo dalla crisi..»
..mi pare che il punto dolente sia proprio il carico burocratico in più che impone, soprattutto quando richiede di tracciare tutto, anche i movimenti interni a un vivaio..
«Il problema è proprio questo: abbassare il livello burocratico della carta pur restando ancorati a quei principi».
Questo si può fare?
 «Sì, questo si può fare, dobbiamo trovare dei sistemi più semplici».

Lorenzo Sandiford