Confagricoltura: ok al decreto che incentiva gli impianti agrivoltaici

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Confagricoltura: ok al decreto che incentiva gli impianti agrivoltaici

Sì del MASE al decreto del PNRR per impianti agrivoltaici avanzati. Confagricoltura apprezza i 300 MW su 1.04 GW per impianti fino a 1 MW di imprese agricole.


Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) Gilberto Pichetto ha approvato la proposta di decreto per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi.
È quanto comunicato il 14 aprile dal MASE con una nota in cui è specificato che l’obiettivo dell’intervento, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è installare almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno 2026 e che il testo è ora stato trasmesso alla Commissione Europea, dalla quale si dovrà attendere il via libera per l'effettiva entrata in vigore.
«Oggi – ha dichiarato il ministro dell’ambiente Pichetto - la sfida, che questo decreto interpreta con grande attenzione, è far coesistere nei campi l’eccellenza agricola con soluzioni nuove per generare energia pulita, aprendo opportunità di crescita del settore nel segno della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente. Assieme alle Comunità Energetiche questo è probabilmente uno dei provvedimenti più qualificanti per cambiare dal territorio il paradigma energetico del nostro Paese e guardare al futuro». 
Immediato il feedback positivo di Confagricoltura che il giorno stesso ha espresso soddisfazione per la firma del decreto. Esso consentirà, ha affermato il presidente della federazione nazionale di prodotto Bioeconomia Alessandro Bettoni, di «supportare nuovi investimenti nella produzione di energia fotovoltaica in impianti realizzati su terreni agricoli, secondo modelli innovativi, su cui viene mantenuta e monitorata l'attività agricola».
Il decreto ministeriale, come specifica la nota del MASE, prevede in particolare il riconoscimento di un incentivo composto da un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete. Ad essere sostenute saranno principalmente soluzioni costruttive innovative, prevalentemente a struttura verticale e con moduli ad alta efficienza.
Allo scopo di promuovere la realizzazione degli interventi fra gli imprenditori agricoli, per l’accesso alle procedure sono previsti due distinti contingenti di potenza: un primo contingente di 300 MW destinato al solo comparto agricolo per impianti di potenza fino a 1 MW e un secondo aperto invece anche alle associazioni temporanee di imprese composte da almeno un soggetto del comparto agricolo per impianti di qualsiasi potenza.
Ed è proprio il primo contingente ad essere apprezzato nella nota di commento di Confagricoltura: tale novità rispetto allo schema di decreto preannunciato nel giugno 2022, ha detto Alessandro Bettoni, «conferma il ruolo prioritario che assumono le imprese agricole nella produzione di energia rinnovabile e nella decarbonizzazione».
Come illustrato dal MASE, altro elemento fondamentale della misura, per garantire la realizzazione di progetti che generino benefici concorrenti agricoltura/energia e valutarne gli effetti nel tempo è il sistema di monitoraggio. È previsto infatti che queste installazioni garantiscano la continuità dell’attività agricola e pastorale sottostante l’impianto per tutto il periodo di vita utile degli impianti e che siano monitorati il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.
Il PNRR, viene ricordato dal MASE, attribuisce a questo investimento risorse finanziarie pari a quasi 1 miliardo e 100 milioni di euro. Gestore dell’intera misura e dell’accesso al meccanismo incentivante è il Gestore Servizi Energetici (GSE).
Ad ogni modo Confagricoltura attende di conoscere maggiori elementi in ordine al livello di incentivazione dell'energia immessa in rete, che si integrerà con l'aiuto in conto capitale al 40% annunciato dal ministro, per esprimere valutazioni più puntuali da parte delle imprese. Inoltre, coglie l'occasione per sollecitare la definizione della disciplina sulle aree idonee allo sviluppo delle FER [Fonti Energetiche Rinnovabili, ndr], sottolineando che molte aziende agricole ricadono in aree soggette a vincoli di diversa natura che impediscono la realizzazione di impianti fotovoltaici, benché funzionali ai processi produttivi. «Un tema, questo, – ha concluso Bettoni - su cui occorre fare una riflessione profonda se vogliamo che il settore agricolo raggiunga la propria indipendenza energetica».

L.S.