Intervista a Daniele Massa del CREA di Pescia sulla visita del sottosegretario La Pietra

Abbiamo sentito Daniele Massa, direttore del CREA di Pescia, a margine della visita di ieri del sottosegretario all'Agricoltura, Foreste e Sovranità Alimentare, Patrizio La Pietra. Incontro, durante il quale, La Pietra ha annunciato un finanziamento di 10 milioni di euro per il Mefit (Mercato dei Fiori di Pescia), ottenuto grazie alla revisione della graduatoria del bando della logistica. Massa ha risposto alle domande che gli ha fatto l'editore di Floraviva sull'importanza della visita del sottosegretario e l'impegno del governo attuale, sui progetti di ricerca, collaborazioni e sinergie del CREA, sulla formazione e il supporto alle aziende, sulle sfide e opportunità che il settore dovrà affrontare.

 

Qual è stata l'importanza della visita del sottosegretario Patrizio La Pietra per il CREA di Pescia e per il settore florovivaistico in generale? "Il CREA è l’Ente di ricerca di riferimento del MASAF e l’attenzione di questo Ministero nei confronti del CREA, con la sua dislocazione territoriale che arriva nel cuore delle aree agricole produttive, non solo rimarca l’importanza strategica dell’Ente, ma al contempo è un segnale di vicinanza alle realtà produttive, anche a quelle più specializzate e “ristrette” come il florovivaismo rispetto ad altri settori dell’agricoltura che operano su più ampia scala."
Come valuta il CREA di Pescia l'impegno del governo nel supportare il settore florovivaistico? "Negli ultimi bandi sull’agricoltura biologica e nei PNC, in particolare nei contratti di Filiera del V Bando MASAF, è stato dato ampio spazio al settore del florovivaismo. Ad esempio, sui PNC il progetto EDEN vede tre sotto-progetti di ricerca, di cui uno coordinato dal CREA di Pescia, con un contributo totale di circa 4 milioni di euro. I progetti copriranno la filiera dal miglioramento genetico alla propagazione, all’uso di prodotti ecosostenibili e all’implementazione di tecnologie di precisione per il monitoraggio delle colture. Altri fondi negli stessi CdF sono messi a disposizione per investimenti nelle imprese. Ora si attendono i decreti attuativi della Legge delega sul florovivaismo, che non solo regoleranno alcuni aspetti del mondo produttivo ma tuteleranno anche i cittadini attraverso il riconoscimento professionale delle figure dei manutentori del verde, professionisti che sapranno gestire il verde a tutela della salute di chi lo fruisce."
Può darci un aggiornamento sui principali progetti di ricerca attualmente in corso presso il CREA di Pescia? "Sempre nell’ambito dei bandi MASAF sul biologico, tra poco dovrebbe iniziare il progetto Biovivo, coordinato dal CREA Orticoltura e Florovivaismo sede di Pescia, che si occuperà di tecniche di agricoltura biologica nel florovivaismo. Nell’ambito dei PNC è previsto un dispositivo di lungo periodo (vivaio sperimentale) presso la sede di Pescia nell’ambito del progetto EDEN. Altri progetti internazionali come il LIFE-Subsed e SUPERA, appena terminati, riguardano studi sui substrati di coltivazione. La sede vanta anche collaborazioni internazionali per la sperimentazione su substrati e fertilizzanti."
Quali innovazioni tecnologiche o pratiche sostenibili state sviluppando per il settore florovivaistico? "Stiamo applicando e sviluppando sistemi di supporto alle decisioni e sensori prossimali per l’ottimizzazione dell’irrigazione e controllo fitosanitario. Inoltre, ci stiamo occupando di substrati alternativi alla torba e uso di prodotti ecosostenibili alternativi alla chimica per la concimazione e la difesa delle piante. Altra attività storicamente portata avanti dalla sede è la propagazione in vitro e in vivo e il miglioramento genetico."
Sul fronte delle collaborazioni e delle sinergie in che modo il CREA di Pescia collabora con altre istituzioni, università o enti locali per migliorare il settore florovivaistico? "Il CREA di Pescia collabora molto con i CNR toscani, Università di Catania, Pisa, Firenze, Milano e la Scuola Superiore Sant’Anna. Molteplici sono le collaborazioni con multinazionali estere, mentre la gran parte dei progetti di ricerca vede quasi sempre coinvolta un’azienda locale."
Ci sono nuove partnership o collaborazioni in vista che potrebbero potenziare le attività del CREA? "Il CREA di Pescia sta lavorando maggiormente per l’internazionalizzazione della sede attraverso collaborazioni con Enti esteri, questa sarà una chiave di volta."
Per quanto riguarda invecce la formazione e il supporto alle aziende quali programmi di formazione e supporto offre il CREA di Pescia alle aziende florovivaistiche locali? "La formazione per il nostro Ente costituisce terza missione. I ricercatori sono impegnati in docenze organizzate da enti di formazione sul territorio, ma è importante anche l’attività seminaristica di divulgazione dei progetti e le attività di tirocinio per gli studenti che saranno i tecnici del futuro."
Come può il CREA aiutare le imprese florovivaistiche a implementare pratiche più sostenibili e innovative? "Una idea che stiamo implementando è quella del dispositivo di lungo periodo, un sito sperimentale dove attraverso living lab e incontri sarà possibile mostrare tecnologie e sperimentazioni. L’altra azione è il coinvolgimento delle aziende nei progetti di ricerca."
Quali sono invece le principali sfide che il settore florovivaistico sta affrontando attualmente e come il CREA di Pescia intende affrontarle? "L’ottimizzazione della risorsa idrica e contrastare l’insorgenza di nuove fitopatologie legate ai cambiamenti climatici sono le attuali sfide. L’uso di prodotti a basso impatto ambientale e il vivaismo circolare sono attività che richiedono l’impegno degli Enti di ricerca."
Quali opportunità vede per il futuro del settore florovivaistico italiano in termini di mercato interno ed esportazioni? "Sicuramente questo è un settore che tra alti e bassi si difende bene sul panorama internazionale grazie alle eccellenze delle produzioni italiane."
Ultima domanda anche se importantissima. Sul tema della sostenibilità e l'ambiente come si inseriscono le attività del CREA di Pescia? "Questi temi sono predominanti, soprattutto da quando la sostenibilità ambientale ha cominciato in agricoltura a coincidere con quella economica.

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Andrea Vitali