Vino toscano nel 2022: export delle DOP record e vigne più redditizie

vino toscano nel 2022 - export delle DOP - vigne più redditizie

A Firenze l’11 febbraio i dati d’Ismea sul vino toscano: record in valore per l’export di DOP (690 mln, +7%) e 7 mila euro a ettaro di ricavo medio delle vigne.

 
«Per il vino made in Tuscany il 2022 sarà un’annata da record, almeno dal punto di vista degli incassi riferibili all’export delle DOP: le stime parlano di oltre 690 milioni di euro (+7%), anche a fronte di una flessione in termini di volume (-3%), in linea con le altre DOP nazionali».
Inizia così la presentazione del report di ISMEA “I numeri del vino in Toscana” - febbraio 2023 della Fondazione Sistema Toscana diffusa sabato sera 11 febbraio da Toscana Notizie, al termine di PrimAnteprima, l’evento che ha aperto ufficialmente la Settimana delle Anteprime di Toscana, svoltosi presso il Cinema La Compagnia di Firenze, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e della vicepresidente e assessora all'agroalimentare Stefania Saccardi, dei vertici di Camera di Commercio di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, ISMEA e A.VI.TO. 
Riguardo alla produzione, continua la presentazione del Report di ISMEA, «nel ranking nazionale la Toscana è settima per vino prodotto, con una quota media pari al 5% del totale. La sua unicità, tuttavia, emerge nel poter vantare sul suo territorio 58 indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata toscana (95% contro una media nazionale che arriva al 62-64%)». E se nel 2021, ultimo dato disponibile a livello nazionale, con 2,1 milioni di hl e 1,2 miliardi di euro la Toscana rappresentava «rispettivamente l’8% del volume e l’11% del valore nazionale di vini DOP», stando alle «prime elaborazioni, ancora provvisorie, nel 2022 sono stati imbottigliati 1,3 milioni di ettolitri di DOP, in flessione del 7% rispetto all’anno precedente, mentre l’IGP è scesa dell’8%, con 626 mila ettolitri».
Passando all’export, «la domanda di vini DOP toscani si concentra soprattutto nei Paesi extra Ue (67% e 72% rispettivamente in volume e in valore), con una forte concentrazione in tre direzioni: il 57% delle consegne viene effettuato in USA, Germania e Canada, con gli Stati Uniti che da soli rappresentano il 34% in volume e il 38% in valore». Come è andata? All’interno dei confini dell’Unione Europea, «la riduzione della domanda di vini DOP toscani è stata pari al 3,7% con una lieve riduzione anche dei corrispettivi monetari. Mentre la richiesta oltreoceano cresce del 17% in valore, la domanda tedesca è scesa sia in volume che in valore, così come quella del Regno Unito. Cresce del 10% il valore dell’export in Canada, a parità di volumi, mentre nel Vecchio Continente le migliori speranze arrivano – a sorpresa – dai cugini d’Oltralpe: la Francia fa segnare un +31% in termini di valore». Tuttavia pesano sulle prospettive delle esportazioni «le ombre delle incertezze dei mercati a livello globale e gli aumenti dei costi». 
Maggiori preoccupazioni arrivano dalla domanda interna, perché «nell’ambito di un complessivo calo degli acquisti in grande distribuzione, il vino made in Tuscany non fa eccezione. Nel 2022 le DOP toscane hanno registrato una riduzione del 10,6% in termini di volume, a fronte di un calo di circa il 6% per il comparto vino nel complesso». Ma «in termini di spesa i vini IGT Toscani mostrano invece per il secondo anno consecutivo una dinamica positiva con un +2,8% dopo il +3,5% dello scorso anno». Però la nota negativa è il fatto che «gli attuali volumi acquistati sono inferiori al periodo pre-pandemia».
Provando a delineare un profilo del consumatore tipo di vino DOC toscano, si legge nella presentazione, «emerge la prevalenza di famiglie “non più giovani” (64% degli acquirenti è nella fascia over 60) con reddito medio-alto, residenti nel Centro Nord. Nel Nord Est si trovano i maggiori affezionati». 
Da sottolineare comunque che il 2022 «ha segnato un sostanziale aumento del ricavo medio in vigna, arrivato oltre i 7mila euro ad ettaro, grazie a una positiva combinazione di aumento dei prezzi delle uve e delle rese rispetto ad uno scarso 2021». Più nello specifico, «sono stati soprattutto Chianti e Morellino a mostrare aumenti sopra la media nazionale, mentre gli altri grandi rossi sono cresciti ma a ritmi minori». Da notare che «anche l’IGT Toscana nel 2022 ha visto crescere i listini del 20% su base annua a fronte di una crescita a livello nazionale appena del 3%».
Negli ultimi anni «è cresciuta anche la superficie vitata biologica». «L’ultimo dato disponibile, del 2021, - spiega il report - contava oltre 25 mila ettari in bio che rappresentano il 40% dell’intera superficie regionale e il 20% del totale della superficie a vite bio in Italia. La produzione stimata di vino biologico della regione è di circa 350mila ettolitri, il 15% dei 2,2 milioni di ettolitri a livello nazionale. Una produzione, quella bio, sempre più apprezzata dai consumatori più giovani». 
Infine, sul fronte enoturismo, secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano di cui è autrice Roberta Garibaldi, «la Toscana è pioniera sui temi dell’enoturismo ed è oggi la seconda regione più visitata dai turisti italiani che si muovono con il food ed il wine come motivazione primaria di viaggio. Vanta, inoltre, la prima posizione in classifica per numero di prenotazioni di esperienze enogastronomiche sul portale TripAdvisor ed è la terza regione italiana più presente nei pacchetti turistici dei Tour Operatori stranieri specializzati in food and wine». 
 

Redazione