Valorizzazione dei boschi e stoccaggio di CO2: il progetto Life CO2PES&PEF

valorizzazione dei boschi e stoccaggio di CO2

L’8 novembre a Ecomondo presentati i risultati del progetto “Life CO2PES&PEF” sul miglioramento della gestione dei boschi, valorizzando lo stoccaggio di CO2 e rendendo più sostenibile la filiera del legno, per contrastare la crisi climatica. Un protocollo di gestione forestale, in linea con la Strategia nazionale, che è applicabile a tutto il patrimonio boschivo: dal “Carbon Tool” al Registro italiano dei crediti di carbonio derivanti da attività agroforestali.

 
Con quasi 11 milioni di ettari, pari a un terzo dell’intero territorio nazionale, le foreste rappresentano l’infrastruttura verde più importante d’Italia, un patrimonio ambientale e naturalistico che sta crescendo in termini di superficie occupata e valore ecologico. Però solo circa il 15% delle foreste è oggetto di un piano di gestione (dati dell’Inventario forestale nazionale): deve essere invertita la tendenza incrementando il valore ecosistemico ed economico delle foreste tramite una gestione forestale sostenibile e una valorizzazione delle filiere locali. Solo così si potrà valorizzare il patrimonio boschivo e contrastare la crisi climatica, creando al tempo stesso nuove opportunità per l’economia.
Alcune risposte in questa direzione arrivano dal progetto “LIFE CO2PES&PEF”, cofinanziato dal Programma LIFE della Commissione Europea, finalizzato a coniugare la conservazione della foresta, dei suoi processi e dei suoi servizi ecosistemici, aumentando gli assorbimenti di CO₂ (visto che già oggi boschi e foreste italiane immagazzinano 1,24 miliardi di tonnellate di carbonio), diminuendo le perdite di carbonio per eventi estremi e massimizzando la crescita forestale, con la garanzia di poter continuare a fornire input (prodotti, legname, etc.) al sistema industriale, creando reddito e benessere per le comunità locali. Progetto europeo che è stato presentato mercoledì 8 novembre alla Fiera di Rimini in occasione di Ecomondo da esponenti di partner che lo hanno organizzato: la capofila Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Milano, le regioni Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, Fedecomlegno e FederlegnoArredo, Legambiente, PEFC.  
Grazie ai risultati ottenuti nelle aree di intervento scelte (il Demanio Forestale Forlivese, il Consorzio delle Comunale Parmensi, entrambi in Emilia-Romagna, e la proprietà regionale di Fusine nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia), LIFE CO2PES&PEF, come hanno reso noto i relatori dei soggetti partner, ha prodotto un modello virtuoso ed efficace di protocollo di gestione forestale applicabile a tutto il patrimonio boschivo italiano, anche perché in linea con la Strategia forestale nazionale.   
Questo protocollo ha lo scopo di fornire suggerimenti utili per promuovere il prelievo di legno dai boschi presenti sul territorio nazionale favorendone un utilizzo a “cascata” per un assorbimento duraturo di CO2 (che prevede l’utilizzo del legno in più fasi, usato come materia prima o materiale da costruzione, prolungandone così il ciclo), vantaggioso da un punto di vista sia ecologico che economico; un obiettivo portato avanti anche grazie al contributo di FederlegnoArredo, partner che ha partecipato per analizzare e valutare i servizi  ecosistemici forestali, definire metodologie di contabilizzazione del carbonio nei legni segati, misurare e migliorare l’impronta ambientale dei prodotti legnosi e contribuire alla definizione di uno standard di certificazione dei servizi ecosistemici. È stata anche sviluppata – sotto il coordinamento del team di FederlegnoArredo – una piattaforma web interattiva, grazie alla quale è possibile utilizzare il “Carbon Tool”, strumento finalizzato al calcolo dello stock netto di carbonio nel legno segato in relazione alle diverse specie legnose tipiche dei boschi italiani ed europei. Inoltre, tra le policy sperimentate ci sono stati i “Pagamenti per i Servizi Ecosistemici”, uno strumento ancora poco diffuso nelle politiche di gestione territoriale, che intende facilitare il riconoscimento economico e un’integrazione del reddito per chi intraprende pratiche forestali “climaticamente intelligenti”.  
LIFE CO2PES&PEF, viene spiegato, si è inserito nello spiraglio di un’iniziativa più ampia: il Crea ha consegnato al Ministero dell’Agricoltura «il documento (solo relativo alle foreste) che è di fatto il decreto attuativo della legge 41/2023, quella che istituisce il Registro italiano dei crediti di carbonio derivanti da attività agroforestali, come azioni di incremento dello stoccaggio di CO2, di prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi». Grazie a questo registro, le aziende potranno investire e sostenere iniziative con ricadute positive e dimostrabili su un territorio specifico. Le imprese troveranno sul portale coordinato dal Crea una mappa di tutti i progetti attivi e in cui possono investire su benefici che vanno oltre la cattura di CO2, come il miglioramento della biodiversità, della ricettività turistica, la lotta alla siccità.   
Le potenzialità di tale registro sono già dimostrate dal progetto Life CO2PES&PEF, che, insieme all’ente internazionale PEFC, partner di progetto, ha sviluppato uno standard che detta le modalità per intervenire sulle foreste e ne calcola la CO2 assorbita o evitata. Ad esempio, il Consorzio Comunalie Parmensi ha già venduto mille crediti (ossia mille tonnellate di CO2 equivalente) a Dallara automobili e 8mila crediti a Leroy Merlin Italia. I progetti sono locali, quindi sono verificabili direttamente da chi compra con un’ora di strada da Parma, e con un investimento che premia chi gestisce le foreste locali.  
«Gli ecosistemi forestali offrono servizi vitali come regolazione idrica, biodiversità, cattura di carbonio e produzione di legno – ha dichiarato il professor Fabio Iraldo della Scuola Superiore Sant’Anna, capofila di progetto – Pertanto, è essenziale migliorare la loro resilienza contro il cambiamento climatico, compresi incendi e siccità, per garantire la sostenibilità a lungo termine di questi benefici ambientali ed economici. A questo fine, è necessario valorizzare la filiera legno, creando una filiera più collaborativa e promuovendo l’uso a cascata del legno. Inoltre, è essenziale attribuire un valore monetario ai servizi ecosistemici, ad esempio il carbonio assorbito attraverso azioni di gestione sostenibile delle foreste, attirando investimenti da parte di imprese e soggetti privati che possano incrementare la conservazione degli ecosistemi forestali».
«La crisi climatica intensifica gli eventi estremi, come incendi forestali, tempeste e siccità – ha affermato il prof. Giorgio Vacchiano dell’Università di Milano -. Questi eventi mettono a rischio la stabilità delle nostre foreste e dei benefici che ci garantiscono, compreso l’assorbimento del carbonio atmosferico. Per affrontare questa sfida, è necessario non solo estendere la pianificazione forestale a tutte le aree boscate, ma anche integrarla con una analisi preventiva dei rischi climatici per le foreste e dei loro effetti sull’assorbimento di carbonio previsto, che oggi siamo in grado di condurre grazie all’uso di modelli di simulazione e big data ambientali». «Il secondo passo necessario – ha aggiunto Vacchiano - sarà investire in una selvicoltura climaticamente intelligente, che renda i boschi più resistenti agli eventi estremi. I costi dei diradamenti, degli interventi di migrazione forestale assistita, dei rimboschimenti e delle opere di prevenzione degli incendi boschivi si trasformeranno in investimenti una volta che sapremo dare il giusto valore al carbonio assorbito dal bosco e agli altri suoi servizi di regolazione, come la protezione dal dissesto, e potranno essere sostenuti efficacemente anche da soggetti privati». 
«Come Federazione siamo impegnati da tempo sul tema delle foreste e della loro sostenibilità economica e ambientale – ha detto Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno e delegato FederlegnoArredo alle Foreste e Certificazioni forestali -. Siamo orgogliosi di aver contribuito con questo progetto a un protocollo di gestione forestale che punta a valorizzare l’impiego del legno, materia prima a bilancio neutro di CO₂, e il suo uso a cascata. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare il bosco italiano, promuovendone una gestione sostenibile e attiva in un’ottica di filiera corta, affinché possa ridursi la quota che attualmente siamo costretti a importare dall’estero. Il legno è una materia prima essenziale, riciclabile, riutilizzabile, in grado di attivare un ciclo virtuoso di sostenibilità di cui come settore rappresentiamo un esempio di eccellenza. Auspichiamo che i molti strumenti sviluppati dal progetto possano dare un contributo efficace a una gestione coordinata del nostro patrimonio boschivo, prolungando quanto più possibile il ciclo di utilizzo del legno come fattore essenziale ed efficace per la tutela del clima».
Ulteriori informazioni nel sito del progetto qua.
 

L.S.