Radicalism in the Wilderness

Gi anni ’60 sono stati un momento vivace della scena artistica giapponese, infatti in questo periodo si formarono due collettivi significativi: GUN (Group Ultra Niigata) e The Play.
"Wilderness”, parola inglese che si può tradurre come "terra selvaggia”, fa immediatamente riferimento al mondo naturale, dove questi artisti si sono esibiti e hanno impostato molte delle loro installazioni. In questo decennio di rifacimento politico e ripresa postbellica, questi artisti "fuori dalla sede del potere" hanno innovato grazie a nuove forme di arte concettuale capaci di sfidare le norme sociali.
Alla guida del collettivo GUN c’erano i neolaureati Tadashi Maeyama e Michio Horikawa, originari di in una remota regione del Giappone. Hanno bruciato rapidamente le loro risorse finanziarie, ma non prima di aver eseguito la loro performance più nota: “Event to Change the Image of Snow” (1970). Spinto dal desiderio di spezzare il tetro inverno di sei mesi di Niigata, il gruppo ha utilizzato uno spruzzatore di pesticidi per ricoprire il paesaggio bianco di un pigmento rosso, giallo e blu brillante. Il bellissimo spettacolo, che presto scomparve sotto la neve che cadeva, è stato fortunatamente immortalato nelle fotografie. Dopo lo scioglimento del gruppo, Maeyama ha continuato a creare diverse opere di carattere politico. “Antiwar Flag” (1970) è la sua reazione al conflitto in Vietnam e raffigura il sangue che gocciola dalle strisce della bandiera americana nel cerchio rosso della bandiera Giapponese. In risposta a un altro evento decisivo dell’epoca, Horikawa, nel 1969, iniziò la serie "Mail Art by Sending Stones" dopo lo sbarco sulla luna dell'Apollo 11 e spedì persino una pietra al presidente Nixon.
L’altro collettivo, The Play,aveva seda ad Osaka. Tra le loro istallazioni possiamo citare “Voyage: Happening in an Egg” (1968): il lancio di un grande uovo in fibra di vetro nel Pacifico con la speranza che la corrente lo avrebbe portato in Nord America. In “Current of Contemporary Art” (1969), il gruppo remò da Kyoto fino al centro di Osaka su una zattera di polistirolo a forma di freccia. La performance su documentata e mostrata agli spettatori durante un’apposita mostra che aveva un'area salotto sempre a forma di freccia. Il gruppo The Play continuò a ideare nuovi lavori anche nei due decenni successivi e trascorse ben dieci anni cercando di far colpire da fulmine una piramide alta 20 metri che avevano costruito come parte del loro progetto “Thunder” (1977-86).
GUN e The Play sono i protagonisti di un periodo unico, non solo nell'arte contemporanea giapponese, ma anche in un contesto globale.

Arte verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin