RUDY CREMONINI: LA PITTURA CHE FA VIBRARE IL CONFINE TRA SOGNO E NATURA
- Andrea Vitali
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in Arte Verde

Il pittore bolognese Rudy Cremonini indaga nei suoi oli su tela la relazione tra figura e spazio, evocando atmosfere sospese tra visione interiore e paesaggi del quotidiano.
Il pittore bolognese Rudy Cremonini indaga nei suoi oli su tela la relazione tra figura e spazio, evocando atmosfere sospese tra visione interiore e paesaggi del quotidiano.


Rudy Cremonini, classe 1981, è uno dei protagonisti della scena pittorica italiana contemporanea. Nato e residente a Bologna, si è formato all’Accademia di Belle Arti della sua città, ma è nei suoi viaggi espositivi e nella ricerca personale che ha forgiato uno stile riconoscibile e poetico. I suoi lavori – oli su tela senza disegno preparatorio – indagano la fragile linea tra figurazione e astrazione, tra ciò che è visto e ciò che è sentito. La sua pittura è uno spazio liquido, dove l’immagine prende forma da un flusso spontaneo, mai rigidamente controllato.
La sensibilità per il verde, per i luoghi chiusi o protetti, per la vita vegetale, emerge chiaramente in opere dove la rappresentazione delle piante diventa metafora di un rapporto tra essere umano e natura, fatto di protezione e di limite. Cremonini ha esposto in istituzioni come la Reggia di Caserta e il Museo della Città di Rimini, e in gallerie di primo piano in Europa e Asia. I suoi soggetti spaziano dai corpi umani alle piante in serra, dagli animali agli interni domestici, sempre con un senso di sospensione, come in un sogno.
L’artista racconta di aver iniziato a dipingere quasi per caso, sedotto da un sacco di colori a olio donatogli da un artista di Bologna. Da allora, la pittura a olio è divenuta la sua pratica esclusiva, vissuta come un rapporto intimo e impegnativo. Le sue tavolozze, spesso cupe e livide, oscillano su gamme di grigi e verdi, con recenti aperture a una nuova luce.
Interrogato sul perché della figurazione, Cremonini risponde che il suo processo non è preordinato: “Scelgo poco, tento piuttosto di seguire un flusso”. L’immagine emerge quasi da sola, come affioramento di un vissuto interiore. Non usa il disegno: “Lo trovo secco, rumoroso, stridente”. I titoli delle opere, invece, riportano a un contatto con la realtà, spesso in modo didascalico.
Nei suoi cicli più recenti, Cremonini ha progressivamente abbandonato le immagini fotografiche come punto di partenza, preferendo lasciarsi guidare dalla pittura stessa. Questa scelta accentua la tensione tra libertà e controllo, tra il desiderio di sicurezza e la necessità di aprirsi all’ignoto. È un tema che attraversa molte sue opere ambientate in spazi chiusi come zoo o serre.
Nel dialogo con il tempo e la solitudine, che l’artista definisce “rassicurante”, la pittura diventa per lui un gesto di sopravvivenza culturale e personale: “La pittura è legata alla sopravvivenza della comunità”. In un’epoca di sovrabbondanza visiva, Cremonini seleziona le immagini che, finite, “sembrano esserci sempre state”. E il suo lavoro continua a crescere, come un giardino interiore che fiorisce inaspettato, senza forzature.
AnneClaire Budin