L’orticoltura scolastica dell’Orto delle Meraviglie è già a 5

Orto delle Meraviglie Emilio Bertoncini

Il progetto didattico di orti scolastici l’Orto delle Meraviglie è attivato in cinque scuole: quattro di Pietrasanta (una dell’infanzia e tre primarie), una a Lucca (infanzia). L’ideatore Emilio Bertoncini spiega: usiamo l’orticoltura come strumento educativo ampio, non confinato all’agronomia e alle scienze naturali.

«L’idea di “fare l’orto a scuola” si è evoluta in “usiamo l’orto per fare didattica”». E la peculiarità del progetto consiste nel fatto che «l'orto e l'orticoltura sono declinati come strumento per svolgere attività didattica non necessariamente relegata all'ambito delle scienze o dell'agronomia: frequentemente l'attività nell'orto offre l'opportunità di trattare vari temi di scienze ovviamente, ma non mancano occasioni per trattare rudimenti di matematica (già nella scuola dell'infanzia), storia (si pensi alle colture pre e post colombiane), ma anche elementi legati alla sostenibilità ambientale, alle abitudini (i bambini hanno un rapporto molto particolare col tempo e sono molto abituati ad una logica di "tutto e subito" e "in tempo reale" che nell'orto viene completamente meno) e all'educazione civica».
Così Emilio Bertoncini, agronomo e guida ambientale a cui si deve l’invenzione dell’Orto delle Meraviglie, sintetizza il modo in cui questa proposta di orto scolastico si è trasformata da iniziativa spontanea, nata quasi per caso nell’anno scolastico 2008-2009 alla scuola dell’infanzia di Nave a Lucca frequentata da sua figlia, in vero e proprio servizio educativo fornito anche in altre quattro scuole, tutte nel comune di Pietrasanta: le scuole primarie Pascoli, Forli a Vallecchia e Mutti a Strettoia, più la scuola d’infanzia Bibolotti Marsili.
All’inizio si trattava di «una coltivazione in contenitori (cassoni di legno di 1 m x 3 m) – racconta Bertoncini - nei quali nel tempo si sono avvicendate colture come patate, carote, varie insalate e radicchi, fragole, ravanelli, fagioli, pomodori, melanzane, peperoni ma anche cereali come grano e mais. Tutto con un buon livello di coinvolgimento delle famiglie dei bambini». L’idea di fare il salto di qualità didattico, aggiunge, mi è venuta «anche grazie ad un pool di insegnanti molto valido» che si trovava in quella scuola.
Ma quel cambio di marcia è stato possibile solo quando nell’anno scolastico 2011-2012 il garden Giardini della Versilia ha chiesto ad Ecoland snc, società attiva nell’educazione ambientale creata da Bertoncini con Serena Scalici, di estendere il progetto Orto delle Meraviglie nelle scuole del comune di Pietrasanta. «Abbiamo così presentato l'idea ad uno dei due Istituti Comprensivi Scolastici della zonaspiega - e abbiamo avuto l'adesione di due scuole primarie: la scuola Pascoli del capoluogo e la scuola Forli di Vallecchia. Anche qui ci siamo mossi con contenitori e kit per la coltivazione fuori suolo forniti dallo sponsor che sostiene anche i costi del personale. L'uso della coltivazione fuori suolo è funzionale anche perché il poco terreno presente attorno alla scuola è di difficile utilizzo (troppo compatto, ricco di macerie di costruzioni preesistenti, ecc.)».
«Da quest'anno (2012-13) – continua Bertoncini - il progetto è stato esteso ad altre due scuole (infanzia Bibolotti - Marsili della loc. Africa e primaria Mutti di Strettoia) e si è evoluto verso l'utilizzo del terreno circostante la scuola. Presso tre delle quattro scuole di Pietrasanta abbiamo seminato il grano in piccoli appezzamenti di terreno. Sono tentativi sperimentali perché le caratteristiche del terreno disponibile sono spesso mediocri ma la sperimentazione è parte integrante del progetto. Anzi, non mancano casi in cui si compiono volontariamente errori di coltivazione proprio per capire meglio le ragioni delle scelte agronomiche ordinarie o per ottenere risultati interessanti dal punto di vista didattico. Solo nella scuola Mutti di Strettoia non abbiamo alternativa all'uso dei contenitori e della coltura fuori suolo non essendo presente terreno coltivabile. Naturalmente, il progetto prosegue anche a Nave».
Ma quali sono gli aspetti centrali sul piano didattico del progetto Orto delle Meraviglie? E come può variare da scuola a scuola?
«L'aspetto comune è l'approccio – risponde Bertoncini -: non facciamo l'orto a scuola ma "usiamo" l'orto a scuola come strumento per imparare. L'altro elemento in comune è l'impiego di contenitori e della coltivazione fuori suolo. Questo è in parte dovuto alla mancanza di suolo coltivabile ma anche alla praticità della coltivazione in contenitore (per esempio pone il piano di lavoro dei bambini dell'infanzia alla loro altezza) e alla possibilità di rendere più visibile l'orto e di aumentarne il rispetto (anche da parte dei giardinieri distratti). Ulteriore elemento comune è che nello svolgere la coltivazione si segue un percorso didattico di massima ma sono ammesse varianti legate al caso, alla circostanza e alle intuizioni felici. Tanto per citare qualche esempio, abbiamo coltivato arachidi perché il marito di una bidella le aveva nell'orto anche se da noi sono tutt'altro che comuni e proprio ieri abbiamo parlato di funghi perché sono nati spontaneamente. Infine, tutti gli orti sono condotti senza l'uso di antiparassitari e altre sostanze anche solo potenzialmente pericolose. Questo sia come approccio, sia perché certi problemi, come le malattie, offrono spunti per la didattica. Il risultato è che questi orti a volte sono un po' strani o bruttini e altre volte vengono maltrattati pur di imparare. Per esempio di tanto in tanto smontiamo frutti o piante per osservarli».
«Ciò che varia – conclude - è la comunità scolastica, il modo di interpretare questa esperienza, la capacità/volontà delle insegnanti di trarne qualcosa in chiave didattica. In questo senso la “biodiversità” è massima. Si va da chi propone variazioni e integrazioni a ciò che facciamo a chi si limita a seguire il percorso didattico da noi tracciato. E va bene così, perché questo personalizza l'esperienza dei bambini/ragazzi mantenendo una certa filosofia dell'insegnamento. Poi ci sono i destinatari, cioè i bambini, che a volte sono capaci […] di fornire stimoli, di fare domande, di fare piccole scoperte consentendoci di arricchire l'esperienza. Alcune scuole creano momenti di festa e di condivisione attorno all'orto, altre ancora non lo hanno fatto».
Queste esperienze didattiche sono descritte da Bertoncini stesso nel blog www.ortiscolastici.it. Per ulteriori informazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Lorenzo Sandiford