Un albero per… la Sicilia sud-orientale (e i Paesi del Mediterraneo)

Un albero per… la Sicilia sud-orientale (e i Paesi del Mediterraneo)

Oggi a Ragusa è in corso una giornata di studio intitolata “Il carrubo, specie multifunzionale e di interesse per i paesi del bacino del Mediterraneo”. L’ha organizzata la Sezione Sud-Ovest dell’Accademia dei Georgofili, unitamente agli ordini professionali degli agronomi delle province di Ragusa e Siracusa. L’obiettivo, come riferisce la presentazione sul Notiziario dei Georgofili, è «delineare l’attuale fisionomia» della filiera del carrubo e «confrontarsi sulle opportunità di sviluppo per questa specie, legate anche al suo insostituibile ruolo paesaggistico ed ambientale» in certe aree geografiche del Mediterraneo, fra cui l’area sud-orientale della Sicilia.
In attesa dei risultati di questo importante convegno, articolato in una sessione mattutina a carattere scientifico con contributi di Georgofili e docenti delle università di Catania e Palermo sui diversi aspetti agronomici, fitosanitari e di utilizzo del carrubo, e in una sessione pomeridiana tecnico-economica sul rilancio della carrubicoltura con professionisti, associazioni di categoria e istituzioni, in questo “Un albero per… la Sicilia sud-orientale (e i Paesi del Mediterraneo)” ci limitiamo a richiamare alcune caratteristiche del carrubo, il cui nome botanico di specie è Ceratonia siliqua.
A cominciare dal fatto che, come sottolineato nella presentazione del convegno dei Georgofili, il carrubo mantiene un ruolo importante in specifiche aree del territorio italiano, sebbene quale coltura minore rispetto ad altre specie frutticole, e «ciò avviene soprattutto nella Sicilia sud-orientale, dove esso rappresenta una valida alternativa agronomica e alimenta una industria di trasformazione legata sia all’utilizzo della polpa del frutto che dei semi». In particolare «la polpa, oltre che essere utilizzata dall’industria mangimistica viene sempre più presa in considerazione per l’alimentazione umana, di recente anche per aspetti nutraceutici». Inoltre, «sono numerosissimi gli utilizzi nell’ambito dell’industria agroalimentare della farina di semi di carrubo, attualmente il prodotto di maggiore pregio ottenibile da questa specie».
La specie Ceratonia siliqua, ricorda la voce di Wikipedia, è un albero da frutto sempreverde che può raggiungere un’altezza di 9/10 metri. Ha una crescita molto lenta ed è longevo, per cui può diventare pluricentenario. «La fioritura – viene sottolineato - avviene in agosto-settembre e la maturazione si completa tra agosto e ottobre dell'anno successivo alla fioritura che ha dato loro origine». I frutti, chiamati carrube o vajane, sono dei grandi baccelli lunghi 10/20 cm, spessi e cuoiosi, all’inizio di colore verde pallido, e quando maturati marrone scuro. I frutti permangono a lungo sull'albero e «hanno maturazione molto scalare per cui possono essere presenti, allo stesso tempo, frutti secchi di colore marrone, e frutti immaturi di colore più chiaro». La polpa dei frutti può avere effetto irritante se assunta in grande quantità a causa dell'elevato contenuto in tannino.
In Italia il carrubo è presente allo stato spontaneo nelle regioni del Sud, specialmente in Sicilia, dove esistono tuttora importanti carrubeti nel ragusano e nel siracusano. Zone in cui sono ancora attive alcune industrie che trasformano il mesocarpo del carrubo in semilavorati, utilizzati nell'industria dolciaria e alimentare.
Ecco una sintesi dell’elenco degli usi del carrubo ricordati da Wikipedia Italia:
- I baccelli maturi sono commestibili, si conservano per molto tempo e possono essere consumati, comunemente, freschi o secchi o, in alternativa, passati leggermente al forno.
- Il carrubo è una pianta visitata dalle api, non solo per il polline, ma anche per il nettare da cui se ne può ricavare un miele uniflorale.
- È apprezzata nelle regioni d'origine per l'ombra delle chiome, preziose nei luoghi aridi.
- Parte dei succedanei del cioccolato sono ottenuti da pasta o semi di carrube.
- Molti addensanti e gelificanti di prodotti alimentari sono ottenuti da farina di semi di carrube.
- Oggi i frutti (privati dei semi) vengono usati per l'alimentazione del bestiame.
- I semi, durissimi, sono immangiabili, ma possono essere macinati per produrre una farina dai molteplici usi.
- In fitoterapia l'estratto secco del frutto (carruba) è utilizzabile, anche assieme allo zenzero, nel colon irritabile ad alvo diarroico.
Il programma del convegno in corso oggi a Ragusa è consultabile qua.

L.S.