Bonacchi a Vinitaly battezza un rosato Igt e presenta i nuovi vigneti

Intervista ad Andrea Bonacchi, che parteciperà a Vinitaly coi suoi brand Bonacchi, Casalino, Molino della Suga e Selciato in un nuovo stand nel padiglione della Toscana (Hall 9 - stand C17).  Un’occasione per presentare i propri vini di punta, fra cui il Super Tuscan “Badesco”, e alcune novità: dal vino rosato Igt in anteprima a Veronafiere, ai nuovi vini prodotti a Montalcino come il Chianti Colli Senesi, Igt Vermentino e Igt Pinot Grigio toscano. Bonacchi: «preoccupazione per gli effetti della guerra, ma nei nostri mercati di sbocco principali, Europa e Usa, i consumi stanno reggendo bene». [In foto Bonacchi a sinistra per chi guarda e l'enologo Misuri a destra]


Si avvicina l’atteso ritorno in presenza di Vinitaly 2022 a Verona e aumenta la trepidazione nelle aziende vinicole che esporranno dal 10 al 13 aprile al salone leader di settore. C’è la consapevolezza di un contesto difficile per effetto della guerra in Ucraina, ma anche la fiducia legata ai riscontri di mercato positivi che continuano ad arrivare dagli Stati Uniti e da gran parte dell’Europa.
Fra gli importanti produttori di vino che rappresenteranno la nostra regione nel Padiglione 9 di Veronafiere vi è Andrea Bonacchi, titolare di un’azienda vitivinicola giunta alla quarta generazione con sede centrale, impianto di imbottigliamento modello e 42 ettari di vigneti a Quarrata (Pistoia) nel cuore del Chianti Montalbano, a cui si aggiungono i 23 ettari di vigneto a Chianti Classico della Fattoria Casalino a Castelnuovo Berardenga e il Podere Molino della Suga di Montalcino con i suoi 11 ettari di vigne a Brunello e Rosso di Montalcino e altri 21 ettari di vigneti (di cui 9 nuovi) dedicati alla produzione di Rosso Toscana, Chianti Colli Senesi, Igt Vermentino e Pinot Grigio Igt Toscano. Nel loro insieme le tre fattorie Bonacchi producono circa 3 milioni di bottiglie all’anno, di cui circa il 50% destinato al mercato nazionale. In generale, come spiegato dall’enologo di casa, Ivan Misuri, vincitore nel 2020 dell’8^ edizione del “Premio Giulio Gambelli”, i vini Bonacchi «quando comparati con i Chianti più tradizionali, sono fatti con un approccio moderno che cattura il frutto dei grappoli insieme alla loro struttura pur mantenendo un ottimo livello di eleganza e morbidezza».
Floraviva ha sentito il titolare Andrea Bonacchi, insieme a Ivan Misuri, a pochi giorni dalla partecipazione a Vinitaly, cercando di carpire le loro aspettative in relazione alla congiuntura segnata dalla guerra in Ucraina e di farsi anticipare le novità che saranno presentate allo stand Bonacchi (C17 nel Padiglione 9) insieme all’esposizione, con possibilità di degustazione, dei vini di punta dei propri marchi: Bonacchi, Fattoria Casalino, il Selciato e Molino della Suga.
Vinitaly 2022 capita in una fase molto delicata per l’economia, segnata dagli effetti diretti e indiretti della guerra: come state vivendo dal punto di vista aziendale questo momento difficile?
«Siamo naturalmente preoccupati per questa situazione di incertezza generale, sia per l’aumento dei costi delle materie prime sia per la difficoltà di reperirle, così come non si trovano facilmente alcuni tipi di bottiglie o altro materiale di packaging. Pensi che le vetrerie internazionali di riferimento, alcune situate proprio in Ucraina, sono in grandissima difficoltà».
E che salone del vino vi attendete quest’anno?
«Per Vinitaly, dopo due anni di pandemia, è un nuovo inizio. È la manifestazione più importante per i vini italiani, soprattutto per quelli destinati all’estero. Qui vengono solitamente compratori da tutte le parti del mondo, compresi i Paesi dell’Est: Cina, Giappone, Russia e Ucraina. I visitatori da tali aree saranno pochi o assenti. Comunque i mercati più importanti per la Toscana restano l’Europa e gli Stati Uniti, e questi stanno ancora resistendo bene sul piano dei consumi. Sono i mercati su cui abbiamo concentrato la nostra attenzione in termini di incontri d’affari in fiera e di espansione commerciale futura».
Ma non risentono anch’essi dei rincari dell’energia e delle materie prime?
«I costi sono aumentati, ma i mercati per ora reggono, nonostante i rincari. E mi riferisco all’Europa ma ancor più agli Usa. In Europa, fra i nostri vini, il Chianti e il Chianti Riserva sono i più consumati. Mentre per il mercato statunitense puntiamo più sulle nostre produzioni dell’area di Montalcino e del Chianti Classico con le nostre aziende agricole Molino della Suga e Casalino. Le vendite sono aumentate anche grazie alle ottime valutazioni dei nostri vini nelle riviste internazionali».
Presenterete qualche novità in fiera domenica prossima?
«Sì, un nuovo vino: è un rosato Igt che verrà battezzato pubblicamente proprio al prossimo Vinitaly. E’ un’anteprima».
«Il rosato – chiosa l’enologo Misuri - sta infatti riacquistando quote di mercato, è giornalisticamente molto spinto e ha un suo canale distributivo. Dal punto di vista qualitativo, senza anticipare troppo, posso dire che il nostro rosato, da uve toscane, in prevalenza sangiovese, è caratterizzato da piacevole freschezza, adatto agli aperitivi e anche ai pasti. Lo contraddistinguono anche la presenza di note di frutta fresca e il colore tenue».
Altre novità, al di là dei vini, sul fronte organizzativo aziendale?
«Abbiamo 9 ettari di nuovi vigneti nell’azienda di Montalcino. L’impianto è terminato all’inizio del 2020 e le nuove vigne debutteranno produttivamente quest’anno con la prima vendemmia il prossimo settembre».
Quali vini andrete a produrre nei nuovi vigneti?
«Qui produrremo Chianti Colli Senesi, Vermentino Igt e Pinot Grigio Igt toscano. Stiamo ultimando le nuove etichette, che saranno presentate proprio a Vinitaly. Va sottolineato che nei nuovi vigneti adotteremo il tradizionale sistema di potatura a Guyot.
Come mai?
«Per un motivo di qualità e di salvaguardia della vite, con questo metodo la pianta è più salvaguardata e la qualità delle uve è migliore, anche se ci rimettiamo in termini di meccanizzabilità della raccolta».  
A proposito di metodi di coltivazione, vi state muovendo anche sul fronte dell’eco-sostenibilità produttiva?
«Certamente. E’ un tema complesso che meriterebbe un’intervista a parte. Ma intanto possiamo dire che negli ultimi tre anni nei nostri vigneti sono state utilizzate tutte concimazioni naturali e l’energia elettrica da noi utilizzata è acquistata da fonti rinnovabili».
Novità a parte, mi può citare uno o due vini di maggior pregio su cui punterete o continuerete a puntare nell’imminente esposizione di Vinitaly?
«Uno è il Badesco, forse il nostro vino più importante: il nostro Super Tuscan, un Igt toscano (60% Sangiovese, 20% Merlot e 20% Cabernet Sauvignon) che nell’annuario di Luca Maroni del 2018 ha ottenuto 95 punti. Il resto glielo dico in fiera».
Per ulteriori informazioni: bonacchi.it.
Per fissare appuntamenti in fiera: 339-7236851.

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