Rapporto AGRIcoltura100: imprese agricole sempre più sostenibili

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Rapporto AGRIcoltura100 - imprese agricole sostenibili

A livello nazionale dal Rapporto AGRIcoltura100 promosso da Reale Mutua e Confagricoltura emerge che nel 56,7% delle imprese agricole è aumentato il peso della sostenibilità. Le aziende con livello di sostenibilità alto dell’indice AGRI100 sono salite al 49% e quelle con livello embrionale sono scese dal 17% al 12,7%; al 1° posto gli interventi di miglioramento nell’uso delle risorse acqua, suolo ed energia (98,8%). In Toscana, che ha una percentuale di aziende col livello di sostenibilità alto del 51%, spiccano l’impegno nella gestione del rischio idrogeologico (68,2%) e l’attenzione alle donne: il 44,5% (vs il 37% nazionale) ha adottato misure per la conciliazione di lavoro e famiglia.   

 
Imprese agricole italiane sempre più consapevoli della fase di trasformazione che il settore primario sta vivendo e della necessità di modelli produttivi maggiormente orientati alla sostenibilità e all’innovazione. 
È la fotografia dell’agricoltura nazionale scattata nella 2^ edizione del Rapporto AGRIcoltura100, promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura e realizzato da Innovation Team del Gruppo Cerved, che è stato presentato l’1 febbraio a Roma dal presidente di Confagri Massimiliano Giansanti e dal direttore generale di Reale Mutua Luca Filippone. E dal quale risulta che in Toscana, come comunicato oggi da Confagricoltura regionale, gli agricoltori «hanno investito nell’agricoltura 4.0, innescando un ammodernamento che ha tra le altre favorito l’occupazione femminile – come sottolineato dal presidente regionale Marco Neri -. Non solo: hanno anche puntato molto sul biologico, scegliendo uno sviluppo incentrato sulla sostenibilità».
L’indice AGRIcoltura100, come spiegato martedì scorso alla presentazione del Rapporto, misura il livello di sostenibilità dell’impresa considerando il numero e l’intensità delle iniziative adottate in tutte le aree. «Rispetto al periodo pre-Covid e la conseguente crisi economica – è stato riferito - gli imprenditori dichiarano che nella loro azienda è decisamente aumentata l’importanza attribuita alla sostenibilità ambientale (56,7%), alla sostenibilità sociale (47,9%), alla gestione del rischio e delle relazioni di filiera (45,0%)». Ma soprattutto i dati sui livelli di sostenibilità raggiunti nel 2021 a livello nazionale mostrano che «le imprese con un livello alto e medio-alto sono passate dal 48,1% al 49,1% del totale; le attività con un livello di sostenibilità ancora embrionale o limitato, invece, scendono dal 17 al 12,7 punti percentuali. Parte di queste si sono spostate nella fascia di livello medio, che passa dai 34,5 punti percentuali ai 38,2». Interessanti anche i risultati dell’indagine sulle aree interessate dalle iniziative imprenditoriali. Con al primo posto gli interventi di miglioramento nell’utilizzo delle risorse come l’acqua, il suolo e l’energia (98,8%); al secondo la tutela della qualità e della salute alimentare (91,5%); al terzo la gestione dei rischi (76,5%) e al quarto e al quinto: la tutela della sicurezza sul lavoro (66,8%) e la valorizzazione del capitale umano (64,4%).
Nello specifico della Toscana, come reso noto oggi da Confagricoltura regionale, i dati «raccontano un mondo agricolo pronto alla sfida della sostenibilità ambientale e sociale. Più della metà delle imprese agricole toscane (51,4%) ha un livello generale di sostenibilità alto o medio alto, mentre la media nazionale è sotto il 50%. Sul lato ambientale, il 68,2% delle aziende è fortemente impegnato nella gestione del rischio idrogeologico, mentre dal punto di vista sociale va segnalata l'alta quota di imprese (il 72,4%) attiva nella valorizzazione dei rapporti con la comunità locale in cui è inserita (la media italiana è il 59,1%)». Ma Confagricoltura Toscana mette in evidenza anche un altro aspetto: «l'agricoltura è sempre più femminile e giovane. Quasi un’impresa agricola su due - il 44,5% - ha messo in campo iniziative a favore della conciliazione tra vita lavorativa e familiare: un dato ben più alto della media nazionale, ferma al 37%. E ancora di più (45,6%) sono le imprese agricole toscane che offrono rapporti di lavoro stabili e sono impegnate a favorire la presenza di donne e giovani al loro interno».


Redazione