Coi neonati Montalbano e Chianti, salgono a 5 i distretti bio toscani

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I 2 nuovi distretti biologici Montalbano e Chianti presentati in Regione coi 3 precedenti: Fiesole, Val di Cecina, Calenzano. Il 9 marzo 1° tavolo dei distretti


Si arricchisce il patrimonio regionale dei distretti biologici, realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con metodo biologico. Con i riconoscimenti a dicembre del distretto del Montalbano e a gennaio di quello del Chianti, siamo adesso a un totale di 5 «biodistretti», contando il primo, quello di Fiesole, nato nel luglio 2021, e quelli della Val di Cecina del luglio 2022 e di Calenzano del settembre 2022.
I due nuovi arrivati sono stati presentati tre giorni fa a Firenze nella sede della Regione Toscana nell’ambito di una conferenza stampa che si è trasformata in una celebrazione del biologico, la prima occasione in cui tutti e 5 i biodistretti esistenti in Toscana riconosciuti con legge regionale (la 51 del 2019) si sono riuniti e ritrovati. E in cui è stato annunciato che il prossimo 9 marzo si terrà, proprio nel Montalbano, il primo tavolo dei distretti, organismo che la legge impone di istituire annualmente.
«Proprio stamani – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani - ho letto che in Italia il 70 per cento dei consumatori è disposto a pagare di più se ha la certezza che il prodotto sia biologico. Il percorso intrapreso dalla Toscana, tra le prime regioni in Italia su questo fronte a essere partita, sta andando nella direzione giusta dunque. Due nuovi distretti biologici che si aggiungono ai tre esistenti, cinque da quando nel 2019 a Regione ha istituito la legge che li riconosce, è la testimonianza della forte attenzione che la Toscana, sia come Regione con il sostegno e gli investimenti sia come amministrazioni insieme agli imprenditori, ha deciso di dedicare a un vero e proprio modello di agricoltura. Un modello che poi è anche quello che l’Europa ci invita a seguire cioè un’agricoltura di qualità che è innanzitutto sinonimo di salute ma anche di sostenibilità. Aggiungo, una leva unica di marketing territoriale».
«Due distretti in più e in zone importanti e di pregio come il Montalbano e il Chianti – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Toscana Stefania Saccardi - sono la dimostrazione di quanto nella nostra regione l’agricoltura stia prendendo la forma di una pratica sempre più compatibile con l’ambiente e che diminuisce l’impatto della chimica sui prodotti coltivati. Siamo una regione che vuol fare di un’agricoltura sana, di qualità, e ambientalmente sostenibile un modello da diffondere. Siamo sulla buona strada se si considera che l’Europa ha dato l’obiettivo del 25% della superficie coltivata a biologico per il 2025, e già adesso la Toscana è al 35% e oggi presentiamo due distretti dove la superficie a biologico si attesta attorno al 40%, una percentuale alta che testimonia l’impegno di questa Regione e delle amministrazioni con le quali stiamo lavorando, e di tanti imprenditori che hanno fatto una scelta di qualità».

I due nuovi distretti biologici della Toscana: Montalbano e Chianti
Riconosciuto il 23 dicembre 2022, il Distretto biologico di Montalbano nasce dall’esperienza maturata dall’Associazione del Biodistretto del Montalbano, che sin dal 2016 opera sul territorio per valorizzare l’attività agricola locale, tutelare l’ambiente e realizzare iniziative per la valorizzazione dei cicli vitali della natura, per la riproducibilità delle risorse territoriali, nonché per favorire metodi di coltivazione compatibili con i principi dell’agricoltura biologica, biodinamica e coi cicli della natura. Il territorio del distretto corrisponde al confine amministrativo dei Comuni di Capraia e Limite, Carmignano, Lamporecchio, Poggio a Caiano e Vinci, con una superficie agricola utilizzabile di 4.876 ettari complessivi, di cui il 38% condotti con il metodo dell'agricoltura biologica (con 157 aziende afferenti a tale conduzione). Le aziende biologiche hanno aderito per il tramite dell’Associazione del Biodistretto del Montalbano, che conta 59 aziende aderenti.
Il Distretto biologico del Chianti, riconosciuto il 31 gennaio 2023, pur essendo un soggetto nuovo e diverso rispetto al Distretto rurale del Chianti riconosciuto nel 2018, lavorerà con questo in modo sinergico per diventare un laboratorio per la progettazione, la sperimentazione e l’attuazione di nuove pratiche per l’agricoltura biologica e per promuovere un modello di sviluppo inclusivo e al passo con la transizione ecologica e con l’approccio agroecologico. Il territorio del Distretto biologico insiste su 7 comuni, ovvero Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e San Casciano Val di Pesa, e trova il suo elemento caratterizzante nella zona di produzione del Chianti classico, con una sau biologica del 43%. Le aziende biologiche hanno aderito per il tramite dell’Associazione del biodistretto del Chianti, che conta 62 aziende agricole biologiche aderenti.

I tre distretti bio già istituiti: Fiesole, Val di Cecina e Calenzano
Il Distretto biologico di Fiesole, nato il 27 luglio 2021 inizialmente come distretto rurale ad alta vocazione biologica e poi trasformato in distretto biologico, insiste sul solo comune di Fiesole, e ha una sau biologica del 68%. Al distretto hanno aderito le aziende biologiche del territorio che sono 18.
Il Distretto biologico della Val di Cecina, nato il 13 luglio 2022 come strumento complementare al Distretto rurale già riconosciuto il 4 dicembre 2019, si estende su 12 comuni: Bibbona, Casale M., Castelnuovo VdC, Cecina, Guardistallo, Lajatico, Montecatini VdC, Montescudaio, Monteverdi M., Pomarance, Riparbella, Volterra. Hanno aderito 10 aziende tramite il Coordinamento Toscano Produttori Biologici.
Infine il Distretto biologico di Calenzano, riconosciuto il 15 settembre del 2022, insiste sul solo comune di Calenzano, che ha una sau biologica del 36%. Sono 10 le aziende biologiche che hanno aderito al distretto.

Le regole per diventare distretto
Si ricorda che sono 3 i vincoli che la Regione Toscana ha posto per istituire un distretto biologico:
- Presenza di una superficie condotta con metodo biologico pari almeno al 30% della superficie agricola utilizzata (sau).
- L’adesione di almeno 3 imprenditori agricoli biologici iscritti nell’elenco pubblico degli operatori dell’agricoltura e dell’acquacoltura biologiche che operano sul territorio del distretto o, se presente sul territorio, un’associazione in cui siano presenti almeno tre imprenditori agricoli biologici iscritti.
- L’adesione di un terzo dei comuni del territorio del distretto, che si devono impegnare ad adottare politiche di tutela dell’uso del suolo, di riduzione della produzione di rifiuti, di difesa dell’ambiente e di promozione delle produzioni biologiche e di difesa e sviluppo dell’agrobiodiversità.

Redazione