Più riuso di scarti nel distretto pistoiese con Agribios (ricavi +34%)

riuso di scarti vegetali nel distretto vivaistico pistoiese con Agribios

Approvato il bilancio consuntivo 2022 dall’assemblea della cooperativa agricola di Chiesina Montalese (PT) Agribios, che nel 2022 ha superato 1 milione e 400 mila euro di fatturato e continua a crescere allo stesso passo nei primi mesi del 2023. Avviato l’ampliamento della sede per consentire lo stoccaggio degli scarti ricevuti e trattati (saliti del 24%). Ricevuta la certificazione ambientale ISO 14001 dall’ente terzo norvegese DNV e iniziato il percorso verso il “bilancio sociale” con Pegaso Network e MoCa Future Designers (spin off dell’Università di Firenze). Mecacci di Legacoop chiede al Distretto vivaistico un maggiore sostegno alla capitalizzazione di Agribios. Dall’assessore comunale di Pistoia Sgueglia e dalla consigliera regionale Fratoni il sostegno alla prospettiva allo studio di ampliare il servizio di Agribios agli scarti vegetali del verde pubblico e del mondo privato non agricolo.   

 
«Il consuntivo del 2022 conferma che il ritmo di crescita della nostra attività è intatto, segno che i vivaisti del distretto pistoiese, che rappresentano circa il 90% dei nostri conferimenti, apprezzano il nostro lavoro di valorizzazione degli scarti agricoli e questo ci gratifica. Ma abbiamo dovuto fare molti investimenti per stare dietro alla crescita della domanda del nostro servizio e per garantire gli standard di qualità, sostenibilità e trasparenza richiesti in questo comparto oggi. E altri ne dovremo fare, in questo caso con il supporto pubblico, qualora si concretizzassero le prospettive di estendere (e adattare) il servizio agli scarti vegetali fuori dal settore agricolo».
È quanto dichiara all’indomani dell’assemblea dei soci Stefania Marchionni, presidente di Agribios, cooperativa agricola di Chiesina Montalese (Pistoia) aderente a Legacoop che recupera e valorizza gli scarti verdi di aziende agricole prevalentemente del Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese e conta adesso oltre 230 soci. Un’assemblea a porte aperte e in diretta Facebook nel corso della quale è stato approvato il bilancio consuntivo del 2022, è stata aumentata la quota associativa una tantum per i nuovi soci a 100 € e sono stati presentati i passi avanti compiuti da Agribios sul fronte della qualità dell’attività e dei servizi offerti.
Come illustrato dal commercialista Sandro Venturi, consulente di Agribios, il conto economico del 2022 ha registrato una forte crescita dei ricavi, pari a oltre il +34% rispetto al 2021: da 1 milione e 60 mila dell’anno scorso a 1 milione e 426 mila euro del 2022. Una crescita che fa seguito all’incremento di ricavi del 39% che c’era stato l’anno precedente rispetto al 2020. Specularmente c’è stato un aumento dei costi della produzione, che sono passati 1 milione e 2 mila euro del 2021 a 1 milione e 324 mila del 2022. A rendere possibile questa crescita anche gli investimenti che tra il 2020 e il 2022, ha detto Venturi, si sono attestati intorno a 400 mila euro. L’utile del 2022, accantonato a riserva, è stato di oltre 70 mila euro (+88% sul 2021), mentre il patrimonio netto è passato da 208 mila euro del 2020 ai 323 mila di fine 2022. 
A questa crescita di fatturato, ha spiegato a margine dell’assemblea il direttore dell’impianto di Agribios Paolo Fedi, corrisponde un aumento della quantità di materiale ricevuto e sottoposto a lavorazione: passato da 30.500 metri cubi del 2021 a 37.830 del 2022, con una crescita di circa il 24%. Fedi ha spiegato anche che il trend di crescita sta proseguendo allo stesso ritmo nel 2023. Lo si evince dai numeri dei cassoni movimentati, saliti nei primi 4 mesi del 2023 a 330 da 265 che erano stati nel periodo corrispondente del 2022.
Passando alla presentazione dell’attività di Agribios, il consulente Federico Di Cara ha ricordato che il suo servizio principale è «valorizzare lo scarto verde e dargli una seconda vita recuperando tutti quelli che sono gli elementi della pianta: dal materiale legnoso ai substrati colturali fino al materiale inerte che è contenuto nei vasi [pomice, ndr]». Ciò attraverso un processo che «consiste nella separazione dei vari elementi che compongono lo scarto verde». Prima viene valutata l’idoneità del materiale in arrivo, poi avviene la separazione e il terriccio viene recuperato come ammendante per l’agricoltura, la pomice viene riusata nel comparto del vivaismo per i vasi e il legno di varie pezzature come biomassa ad uso energetico. «Oggi – ha aggiunto Di Cara - la principale attività è circoscritta su circa 3500 metri quadri, ma si sta procedendo all’ampliamento: i terreni limitrofi sono stati acquisiti, anche se uno è ancora in fase di contrattualizzazione, per dare la possibilità alla cooperativa di lavorare al meglio e di ampliare il servizio». C’è infatti bisogno di spazio per stoccare le quantità di materiale sempre maggiori conferite ad Agribios. Di Cara ha infine spiegato che si sta studiando «la possibilità di gestire lo scarto verde che viene dalla gestione del verde pubblico in particolare e dal verde privato». 
Il direttore dell’impianto Paolo Fedi ha confermato quanto detto da Di Cara e sottolineato che «la maggior parte degli investimenti annunciati nell’assemblea del 2022 per acquistare terreni e macchinari e adeguare i terreni sono stati realizzati». E sull’ampliamento della sede, ha detto, «a giorni dovremo avere la possibilità di incominciare a fare i piazzali o almeno in parte perché le burocrazie urbanistiche richiedono molto tempo». «È chiaro – ha detto Fedi - che la strada è ancora lunga, perché intercettiamo solo una piccola parte dei prodotti locali e quindi c’è ancora molto da fare. Il nostro impegno è riuscire sempre più a reimpiegare questi materiali del vivaismo della nostra provincia». Tuttavia «stiamo valutando anche la possibilità di mettere in campo qualche azione per poter valorizzare e recuperare gli sfalci e ramaglie provenienti non dal mondo agricolo. È una cosa che ci è stata caldeggiata, perché manca. Ma è difficile da interpretare sul piano normativo. Però la stiamo studiando e se va bene sarà sviluppata insieme a Comune e Regione Toscana».
Durante l’incontro Franca Ballaben e Claudia Regazzoni dell’ente di certificazione indipendente norvegese DNV hanno consegnato alla presidente di Agribios Stefania Marchionni il certificato di conformità alla norma ISO 14001 riguardante il sistema di gestione ambientale. Una certificazione, appena ottenuta da Agribios, che garantisce il rispetto di tutta una serie di requisiti di gestione ambientale. E che dovrà essere confermata da Agribios ogni anno. 
Inoltre Cristina Atzeni di Pegaso Network e Beatrice Bettini, vice presidente di Moca Future Designers, una società cooperativa sociale nata come spin off dell’Università di Firenze, hanno illustrato il percorso intrapreso da Agribios per arrivare al “bilancio sociale” 2022. Meta che dovrebbe essere raggiunta entro fine 2023. Alla base di tutto, come specificato da Cristina Atzeni, un progetto strategico finanziato da Fon.Coop, il fondo di Legacoop per la formazione professionale continua delle imprese cooperative. Come sottolineato da Beatrice Bettini, la realizzazione di un bilancio sociale in una cooperativa agricola è un evento raro e testimonia una volontà di innovazione, piena conformità alle normative e trasparenza che dovrebbe pagare anche in termini di fiducia degli stakeholders (le parti interessate). 
Dopo aver rimarcato l’importanza dei trend di crescita di Agribios e della scelta del bilancio sociale, Patrizio Mecacci di Legacoop Agroalimentare Toscana ha ricordato il sostegno di Legacoop alla risoluzione di tutte le problematiche che questa cooperativa «ibrida» ha dovuto e deve affrontare nel suo sviluppo e si è messo a disposizione anche per ragionare su come eventualmente realizzare l’estensione dei servizi di Agribios fuori dal perimetro dell’agricoltura. Ma poi ha fatto un appello ai vivaisti del Distretto pistoiese a un maggiore sforzo per contribuire alla capitalizzazione di Agribios, «che resta piuttosto bassa». Altrettanto importante per Mecacci è l’allargamento della base associativa di Agribios, in modo da farla diventare ancora «più cooperativa». 
L’assessore alle politiche ambientali, i rifiuti e il vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia ha detto che Agribios è un «esempio assolutamente positivo» di economia circolare che può diventare il fiore all’occhiello del territorio pistoiese ed è una conferma dell’incapacità del settore pubblico di stare al passo con il grado d’innovazione del settore privato. Sgueglia ha ricordato che con il sindaco di Pistoia Tomasi hanno avviato da qualche mese un’interlocuzione con Agribios e hanno informato anche Alia di questa realtà, perché con le opportune condizioni normative potrebbe rappresentare una soluzione alla gestione degli scarti verdi non agricoli nel territorio pistoiese.
Anche Federica Fratoni, consigliera regionale ed ex assessore regionale all’ambiente, ha riconosciuto che è il momento che le istituzioni che producono leggi risolvano la mancanza di chiarezza e i vuoti interpretativi che ci sono nella gestione dei rifiuti. Per Fratoni ci vuole un intervento anche regionale, perché la normativa sui sottoprodotti richiede di essere tarata sulle specificità dei differenti distretti produttivi e territori. Fratoni ha poi ricordato agli imprenditori l’importanza anche a loro tutela delle scelte di trasparenza di Agribios, alla luce dei rischi interpretativi che ancora esistono per i conferitori nell’applicazione della normativa dei rifiuti con riferimento al regime del sottoprodotto. Infine ha detto che Agribios «può e deve dare risposte anche al tema della chiusura virtuosa del trattamento, come diceva l’assessore Sgueglia, del ciclo dei rifiuti urbani organici». C’è del lavoro da fare sul piano normativo a livello regionale, nella cornice nazionale.

Redazione