Il Distretto vivaistico di Pistoia verso un’economia più circolare

Distretto vivaistico di Pistoia verso economia più circolare

All’assemblea del 18 maggio il presidente del Distretto Ferrini ha illustrato i progetti allo studio sul fronte della circolarità: dall’uso delle acque reflue depurate di San Colombano all’ipotesi di riciclare gli scarti di plastica. Proseguono i percorsi verso il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario e le Comunità Energetiche Rinnovabili.

 
Un imminente studio di fattibilità sulla realizzazione di un progetto di trasporto e distribuzione nel territorio pistoiese delle acque reflue depurate provenienti dall’impianto fiorentino di San Colombano e i colloqui con un’azienda leader nella gestione integrata dei rifiuti, in vista di un possibile riciclo dei vasi e di tutti gli scarti di plastica del vivaismo pistoiese.
Sono i due principali passi avanti sul fronte dell’economia circolare presentati all’assemblea del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia del 18 maggio scorso dal presidente Francesco Ferrini, insieme a Luca Magazzini, presidente uscente dell’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto). Una seduta nel corso della quale l’assemblea distrettuale ha approvato all’unanimità la relazione di Ferrini su tutte le attività svolte nel 2022.
Come illustrato dal prof. Francesco Ferrini, lo studio di fattibilità sul trasporto delle acque reflue depurate dell’impianto di depurazione di San Colombano (Lastra a Signa) a Pistoia sarà realizzato dall’Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale (ex Area di bacino del fiume Arno) ed è di grande interesse per i vivaisti del Distretto, che utilizzano annualmente diversi milioni di metri cubi di acqua. Infatti, nonostante che nel vivaismo pistoiese siano ampiamente diffusi gli invasi, l’irrigazione localizzata e il recupero e riuso delle acque, negli ultimi tempi, a causa degli intensi e perduranti periodi siccitosi, si sono verificate situazioni di carenza idrica in particolar modo nella zona più a Sud-Est del Distretto. 
Queste acque reflue depurate che vengono scaricate in Arno, ha spiegato Ferrini, potrebbero aiutare le aziende vivaistiche (e non solo) a fronteggiare future crisi idriche e a ridurre l’attingimento alle falde o ai bacini sia fluviali sia lacustri. E si tratta di acque che, oltre a rientrare ampiamente nei limiti imposti dalla normativa vigente, hanno un buon potere fertilizzante, per cui consentirebbero di diminuire gli input di fertilizzanti, con potenzialità di crescita addirittura superiori grazie alla fertirrigazione continua. Lo hanno dimostrato alcune ricerche degli anni scorsi, che hanno dato buoni risultati sull’uso di questa tipologia di acque per l’irrigazione a goccia degli arbusti e degli alberi in contenitore. E va considerato, come richiamato da Ferrini, che sarebbero in abbondanza perché San Colombano riversa in Arno ogni anno circa 100 milioni di metri cubi di acque reflue depurate: di questi, circa 25/30 milioni sono necessari per ricaricare il fiume, ma gli altri 70 milioni potrebbero essere utilizzati. Ben al di sopra delle esigenze del distretto vivaistico.
Sempre sul fronte delle azioni per rendere più circolare il Distretto vivaistico pistoiese, Ferrini e Magazzini hanno riferito della visita all’impianto all’avanguardia di una azienda leader della gestione integrata dei rifiuti, dove si ricicla di tutto. Si sta valutando l’ipotesi di realizzare il riciclo degli scarti plastici del Distretto (i vasi), che secondo le stime di Magazzini ammontano a circa 500 tonnellate l’anno. 
All’insegna dell’eco-sostenibilità pure il percorso verso le Comunità Energetiche Rinnovabili a cui è stato fatto cenno nell’Assemblea. Un percorso avviato grazie al sostegno della Fondazione Caript a uno studio di fattibilità condotto da Sinloc S.p.a. proprio in queste settimane.
Ferrini ha aggiornato infine l’assemblea anche sul progetto avviato per la realizzazione del Laboratorio per l’autocontrollo fitosanitario con il supporto tecnico-scientifico di CREA Difesa e Certificazione e Accademia dei Georgofili. Un laboratorio che sarà a disposizione anche degli altri comparti agricoli e per cui si spera di poter contare anche sui prossimi bandi del PNRR.
 

Redazione