Brexit e Xylella: no della CE alle barriere fitosanitarie UK

Questioni fitosanitarie
Il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea genera anche barriere e conflitti fitosanitari, con evidenti ricadute negative commerciali. Ma la Commissione europea tiene alta la guardia a difesa di un corretto e libero commercio delle piante.
Un esempio, come riferito oggi nelle news tecniche di Confagricoltura Pistoia, riguarda le misure temporanee introdotte dal Regno Unito in aprile, che per innalzare il livello di garanzie fitosanitarie nel Paese, con riferimento ai rischi di Xylella fastidiosa e Ceratocystis platani, hanno imposto su certi prodotti florovivaistici non più solo il passaporto delle piante ma anche l’obbligo di una dichiarazione aggiuntiva. 
La Commissione europea, spiega Confagricoltura, ha giudicato tali misure «non suffragate dai dati scientifici più recenti» e «sproporzionate rispetto al rischio individuato», oltre che dei fattori di grave perturbazione ed ex post del commercio delle piante interessate. Con la "Decisione di esecuzione 2020/758" del 4 giugno scorso la Commissione europea ha pertanto intimato al Regno Unito di togliere tali restrizioni e di farlo entro il 20 giugno 2020. 
Confagricoltura raccomanda la massima attenzione a simili questioni anche nell’ambito dei negoziati in corso tra Unione Europea e Regno Unito, al fine di evitare la possibilità che si creino le condizioni per ulteriori barriere fitosanitarie a danno dei prodotti europei quando il Regno Unito sarà definitivamente considerato un Paese terzo, cioè, stando alle previsioni, a inizio 2021.

Redazione