AVI sulla gestione dell’acqua nei vivai a prova di siccità

Convegno dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) sulle possibilità di miglioramento della gestione delle risorse idriche nel Distretto vivaistico pistoiese.
 

I lunghi periodi siccitosi di quest’anno sono stati ben superati dal Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia, anche perché la gestione dell’acqua sia a livello territoriale che nei vivai pistoiesi non è certamente all’anno zero. Però hanno fatto scattare un campanello d’allarme tra i vivaisti: il clima sta cambiando e bisogna essere preparati a prevenire la carenza d’acqua attraverso un’ulteriore ottimizzazione della gestione delle risorse idriche.  
seratavivaismo22 2Così, ieri l’altro sera, la tradizionale “Serata del vivaismo” organizzata dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia, è stata dedicata proprio a un convegno sul tema “Crisi climatica, siccità e gestione delle risorse idriche”. Obiettivo dell’incontro, che si è svolto presso la Sala “Arte Varia Forum” del Bottegone e ha messo a confronto esponenti di vari livelli istituzionali e del mondo della ricerca, era fare il punto sulle strategie e opportunità di miglioramento della gestione delle risorse idriche nel Distretto vivaistico pistoiese in relazione al cambiamento climatico e all’aumentato rischio di siccità: dalla realizzazione di piccoli e medi invasi aziendali, all’innovazione degli impianti di irrigazione, fino all’uso delle acque reflue depurate provenienti dagli impianti di depurazione. Tutto ciò con un occhio anche alle complesse normative in materia, alla costruttiva collaborazione con le istituzioni (Comuni del territorio distrettuale e Regione Toscana) e i consorzi di bonifica e alla disponibilità di bandi e risorse che sostengano gli investimenti.
«Questo incontro – ha detto aprendo i lavori il presidente di AVI Luca Magazzini - è un atto dovuto alla luce di quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo sul fronte dei cambiamenti climatici e della siccità. Ci abbiamo messo un po’ a organizzarlo perché su un tema come questo volevamo interloquire con le istituzioni». «C’è la consapevolezza – ha aggiunto - che quest’anno, bene o male, con mille sacrifici, si è portata in fondo fino alla fine la stagione estiva. Ma non è detto che questo si possa continuare a fare, se non si interviene sapientemente e decisamente e anche velocemente sul tema del risparmio dell’acqua e su quello dell’accumulo. Il nostro è un territorio che storicamente ha una delle maggiori piovosità d’Italia, ma da qualche anno le cose sono cambiate. Bisogna attrezzarci».

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Il presidente del Distretto vivaistico-ornamentale Francesco Ferrini, che ha introdotto e moderato l’incontro, ha innanzi tutto ricordato in cinque punti ciò che rende sempre più ecosostenibili in generale le coltivazioni nei vivai pistoiesi: neutralità climatica, economia circolare, nuove tecnologie, logistica smart e colture resilienti. Poi, per ciò che concerne la gestione sostenibile dell’acqua, ha affermato che riguardo all’irrigazione le strategie da perseguire sono: «modernizzazione della strategia dei sistemi di irrigazione; migliorare il funzionamento e la manutenzione della strategia dei sistemi di irrigazione; implementazione di nuove tecniche e tecnologie per il risparmio idrico; miglioramento delle prestazioni della strategia dei sistemi di irrigazione».
«Ormai è un dato strutturale dovuto ai cambiamenti climatici la carenza di acqua – ha sottolineato Roberto Scalacci, direttore della Direzione Agricoltura della Regione Toscana -. In queste ore la Giunta sta riflettendo sull’opportunità di un nuovo strumento regionale di programmazione, quello che dovrebbe chiamarsi “Programma irriguo regionale strategico”». L’obiettivo è «indirizzare in un contesto programmatico di medio e lungo periodo gli investimenti e interventi necessari per far fronte alle condizioni di criticità che stiamo affrontando» e «assicurare una maggiore valorizzazione della risorsa idrica sia per incrementarne la disponibilità nelle aree di maggiore sofferenza, ma anche per alleggerire in tutte le aree irrigue la pressione che purtroppo necessariamente fin qui è stata esercitata sulle falde».
«Questo non è un dibattito sull’emergenza di domattina, ma un confronto su temi strutturali – ha detto l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia -. Questo è importante, perché molto spesso con le istituzioni si arriva invece quando il danno è già stato fatto. Devo dire che questo con il mondo del vivaismo non avviene, perché c’è un confronto stretto». L’argomento di discussione, ha proseguito Sgueglia, «è importante anche perché la nostra città ha in questo senso sia delle emergenze sia delle sensibilità», fra le quali in primo luogo l’attenzione all’integrità della falda.
«Occorrono regole e indirizzi unitari per la gestione delle attività vivaistiche e agricole almeno nei Piani operativi comunali dei Comuni che fanno parte del Distretto – ha detto Alessio Gargini, assessore al Vivaismo e Agricoltura del Comune di Serravalle Pistoiese -. Su questa necessità il Comune di Serravalle che rappresento ha già avviato un confronto con quello di Pistoia e lo chiederemo anche a quello di Quarrata». Gargini nella sua relazione molto tecnica, da ex funzionario del Genio Civile di Pistoia, su “Gli accumuli di acqua per usi irrigui. Il quadro normativo degli invasi in Toscana”, ha messo in luce in particolare «le differenze sostanziali sui requisiti progettuali tra invasi che sbarrano un corso d’acqua oppure alimentati per derivazione».
Il presidente di ANBI Toscana Marco Bottino ha tenuto invece una relazione intitolata “Tra alluvioni e siccità. Acqua: quali prospettive e quali proposte?”. Bottino ha prima evidenziato che in provincia di Pistoia «dal 2016 al 2021 sono stati investiti 36 milioni di euro di contributi consortili e finanziamenti regionali nella gestione idrica» e che quindi il rischio idraulico è stato molto mitigato. Poi però ha rimarcato che l’Europa e il Mediterraneo rappresentano uno degli epicentri dell’emergenza climatica, con temperature medie aumentate di 1,5 gradi (contro l’1,1 gradi del resto del mondo). Pertanto «dobbiamo tutti insieme lavorare 365 giorni all’anno a questo tema». Anche perché con i giusti metodi i risultati si ottengono. Ad esempio «con le tecniche innovative di cui sono in possesso i consorzi abbiamo risparmiato il 40% di acqua in agricoltura dal 1990 a oggi». Che cosa dobbiamo fare? Per Bottino le risposte sono «aumentare la capacità d’invaso dell’acqua (attualmente solo l’11% delle acque meteoriche sono trattenute)», «ampliamento della superficie attrezzata con impianti irrigui collettivi come quelli progettati, realizzati e gestiti dai consorzi di bonifica (attualmente 3,5 milioni di ettari)» e ovviamente «uso oculato ed efficiente della risorsa irrigua».
Il prof. Francesco Paolo Nicese, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze, nel suo intervento intitolato “Verso un impiego ottimale della risorsa idrica nella produzione vivaistica ornamentale”, ha detto che negli ultimi 30 anni sono stati compiuti molti passi in avanti nell’utilizzo dell’acqua nel vivaismo pistoiese. È avvenuta una «ottimizzazione della risorsa idrica» che è consistita in «irrigazioni più risparmiose» (localizzate invece che a pioggia), nella diffusione di sistemi irrigui chiusi (con il recupero e riutilizzo dell’acqua) e di un’impiantistica basata sul controllo in tempo reale tramite sensori (invece che manuali o a timer). Ciò ha consentito di ridurre impieghi idrici, consumi energetici e rischio di inquinamento delle falde. Adesso «il vero salto nel futuro – ha affermato il prof. Nicese - è dato dalla possibilità di conoscere le reali esigenze idriche delle piante in coltivazione in tempo reale, predisponendo l’intervento irriguo un attimo prima che le piante entrino in uno stato di stress idrico».
Per ultimo il prof. Claudio Lubello, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, è intervenuto con una relazione sul tema “Acque reflue, risorsa per il vivaismo”. Lubello ha spiegato che il vivaismo potrebbe usare per l’irrigazione le acque reflue trattate dagli impianti di depurazione, che rappresentano un’opportunità anche perché «contengono non solo acqua, ma una serie di altre risorse che possono essere recuperate». Grazie a nuove generazioni di depuratori si possono eliminare tutte le sostanze pericolose e recuperare nutrienti e anche produrre bioprodotti innovativi quali i biostimolanti. Finora questa prospettiva, ha spiegato Lubello, era frenata dalla mancanza di una normativa unitaria, ma ora esiste una norma europea che dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno e si avrà così una classificazione di riferimento per il riuso dell’acqua a fini irrigui. Da certi studi dell’Università di Firenze in aziende del Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese è emerso che l’uso di acque reflue per l’irrigazione delle piante in vaso è sostenibile: esistono impianti di depurazione non troppo distanti, i nutrienti presenti nelle acque reflue (azoto e fosforo) hanno un effetto positivo nella crescita delle piante e «l’assenza (per le acque reflue urbane) di azioni fitotossiche rendono questa pratica tecnicamente possibile e auspicabile». Ci vogliono però naturalmente delle reti di distribuzione: delle tubazioni sottoterra che hanno un costo.
A concludere l’incontro è stata una relazione dell’azienda Wolf System Srl / GmbH, che realizza fra l’altro vasche circolari per lo stoccaggio di acqua molto versatili ed ecologiche.

Redazione