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L’Orto botanico di Pisa: il primo orto botanico universitario del mondo

Anche Lucia Tomasi Tongiorgi, luminare della storia dell’arte e dei giardini, punta sul criterio storico scegliendo «il giardino dei semplici» di Pisa, «uno dei più antichi giardini accademici europei». Fu fondato tra il 1543 e il 1544, ma è nella sede attuale dal 1591. Meta di botanici da tutta Europa già dal ‘500, è visitato da stranieri ancora oggi.

«Le ragioni della mia scelta sono di tipo storico, botanico e artistico» e poi «non è semplicemente un giardino ma fin dai tempi antichi un centro di cultura scientifica diversificata».
In estrema sintesi, è con queste motivazioni che Lucia Tomasi Tongiorgi ha eletto l’Orto botanico di Pisa come giardino più meritevole di attenzione: il secondo “giardino da intervista” dopo il Parco di Pinocchio di Collodi individuato da Mariella Zoppi nel primo articolo di questa rubrica, pubblicato l’11 luglio scorso (vedi). Lì era storia contemporanea, qui si risale agli albori dell’età moderna. Anche in questo caso si tratta di una scelta super qualificata, dato il valore di Lucia Tomasi Tongiorgi: una fra le figure di maggior spicco della storia dell’arte e del giardino in Italia e all’estero, grazie a una carriera scientifica che l’ha vista pubblicare oltre centoventi opere, tra saggi, cataloghi e volumi, e insegnare in università di tutto il mondo. Fra i momenti del suo percorso accademico più importanti o più attinenti alla storia dei giardini sono da ricordare, oltre agli anni di insegnamento all’Università di Pisa, il 1997, quando è stata “Isahia Berlin Visiting Professor” presso il dipartimento di storia dell’arte della Oxford University, e il periodo 1999-2002, in cui ha ricoperto la carica di “Senior Fellow” del Comittee of “Gardens and Landscapes Studies” del “Dumbarton Oaks, Trustees of Harvard University”. Altrettanto rilevanti, poi, le attività come curatrice di mostre e collane editoriali, con ad esempio tre esposizioni al Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi (1984, 1990 e 1992) e una presso la National Gallery of Art di Washington nel 2002, la presenza nel comitato editoriale del “Journal of Garden History” e la direzione della collana “Giardini e paesaggio” dell’editore Olschki di Firenze.
Il motivo è innanzi tutto storico, spiega Lucia Tongiorgi, perché «l’Orto botanico di Pisa, il “giardino dei semplici”, è uno dei più antichi giardini accademici europei, giardini cioè costituiti per finalità didattiche e scientifiche e legati ad università, e risale al 1543-1544». Qualche mese prima dell’Orto botanico di Padova, l’altro giardino accademico che si contende il primato storico di “più antico”, dunque, anche se quello di Pisa ha poi cambiato sede ed è stato collocato dove è adesso “soltanto” nel 1591.
E infatti, nota Lucia Tongiorgi, l’Orto botanico di Pisa «ha una particolarità: fu sistemato in tre zone diverse della città. Prima fu stabilito vicino all’Arno nei pressi dell’Arsenale mediceo, poi fu spostato nel 1563 nel quartiere di Santa Marta, ma poiché troppo lontano dal centro, l’ultima costruzione, che risale al 1591, fu fatta nel quartiere di Santa Maria, vicino al Duomo e all’Università, dove si trova ora».
«Nei tre orti – aggiunge - furono piantate sia piante locali che esotiche frutto di arborizzazioni e vi crebbero alcune piante importanti. Un elenco completo delle piante dell’orto venne stilato nel 1723 dal “prefetto” Michelangelo Tilli».
Sotto il profilo architettonico, l’elemento da sottolineare maggiormente è che «l’orto botanico di Pisa rispondeva a un canone costruttivo che poi si ritroverà in tutti i giardini botanici fino al Settecento - spiega Lucia Tongiorgi - che riprende la struttura dell’orto monastico, caratterizzato da due viali che si intersecano dividendo lo spazio in quattro settori». Comunque «il giardino nel ‘700-’800 fu ampliato – precisa la professoressa - quindi c’è una parte più tarda che presenta non le aiuole originali cinquecentesche, ma aiuole di impostazione linneiana con una vera e propria “scuola botanica”. Inoltre furono acquisite nuove estensioni di terreno dove fu sviluppato un giardino che ricorda la tipologia del giardino all’inglese».
Tuttavia «la cosa importante dell’orto – sottolinea la Tongiorgi - è che esso non fu solo giardino botanico con piante e aiuole, ma vi si allestì anche un museo naturalistico, nel quale si potevano ammirare un gran numero di reperti naturali: ossa, radici, corna di animali, pietre, fossili, ecc. Ma c’è di più. Il giardino dei semplici di Pisa fu anche sede di una bottega artistica, dove furono assoldati numerosi artisti per dipingere le piante ad uso dei botanici. E per nostra fortuna sono conservati nella biblioteca universitaria di Pisa svariati codici che rappresentano queste piante e anche molti animali. I pittori che eseguirono queste immagini ebbero una discreta rinomanza, oltre che talento, come il tedesco Daniel Froeschl, che lavorò lì intorno alla fine del ‘500». Insomma, l’Orto botanico di Pisa «non è soltanto un bel giardino ma un centro di cultura scientifica che oggi diremmo all’avanguardia e non per nulla fu una costante meta di botanici e naturalisti da tutta Europa».
E adesso? «Il giardino – risponde la professoressa – è sempre molto interessante per i reperti storici che vi si possono ammirare, oltre a continuare ad essere un importante centro di cultura scientifica. Purtroppo sarebbe opportuno che ci fossero più giardinieri, ma mancano le risorse. Comunque grande è il suo fascino, come dimostrano i molti visitatori, italiani e stranieri, che lo ammirano. Ricordiamo inoltre che non pochi reperti originali sono conservati nel Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci».
Riguardo alla flora presente oggi, le collezioni dell’Orto botanico di Pisa sono orientate a testimoniare la biodiversità e produrre materiale didattico per i corsi universitari, con pochi esemplari per ciascuna specie di pianta. L’orto è articolato nelle seguenti sezioni: arboreto, flora faraonica, geofite mediterranee, piante acquatiche, collezione sistematica, piante medicinali, piante apuane, ortensie, succulente, piante tropicali e piante del litorale. Tra le piante da segnalare, nell’Orto del Cedro, i due esemplari più vecchi: una magnolia grandiflora L. ed un ginkgo biloba L., piantati nel 1787 dal prefetto Giorgio Santi. E, infine, la corona imperiale (fritillaria imperialis) che fu adottata come emblema fin dall’antichità e adesso è il logo dell’Orto botanico di Pisa nella raffigurazione che ne fece Daniel Froeschl negli anni ’90 del Cinquecento.
Per maggiori informazioni sulle collezioni, sui prezzi dei biglietti e sugli orari conviene guardare direttamente sul sito web dell’Orto botanico di Pisa.

Lorenzo Sandiford
(Fotografie dell'Orto botanico di Pisa di Giuseppe Pistolesi e Fulvio Battellino)