Brexit non ha ridotto l’import di vino del Regno Unito, i cui costi saranno tagliati

Vino Italiano

Il Regno Unito taglierà dal 2022 gli oneri burocratici relativi all’importazione di vini (che vale 4 miliardi di euro, di cui la metà dall’Ue). Soddisfatta Confagricoltura, che sottolinea: il mercato Uk è il 3° mercato di sbocco per i vini italiani. Intanto nel primo quadrimestre del 2021 l’export agroalimentare Ue nel Regno Unito è sceso di 800 mln di euro, mentre le esportazioni di vino sono aumentate di 140 mln di euro. 


Il Regno Unito ha deciso di semplificare gli oneri burocratici relativi all’importazione di vini, che in totale ammonta a oltre 4 miliardi di euro all’anno, di cui circa la metà in arrivo dagli Stati membri della Ue.
A renderlo noto all’indomani della decisione annunciata il 25 luglio dal Governo britannico è stata Confagricoltura, che ha spiegato che «a partire dal 2022 verrà in particolare soppresso l’obbligo di presentazione del certificato VI-1 per i prodotti in arrivo dai Paesi terzi». Obbligo pesante, visto che, sulla base della normativa in vigore, «il rilascio del certificato richiede lo svolgimento di complesse analisi di laboratorio».
«Saranno avvantaggiati in modo diretto i consumatori e gli operatori britannici», ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Secondo i dati diffusi dal governo di Londra, infatti, gli oneri amministrativi determinano un costo di circa 140 milioni di euro all’anno che si scarica su quello finale dei prodotti in arrivo dall’estero. «La semplificazione amministrativa – ha aggiunto Giansanti -  facilita anche l’attività delle nostre imprese che esportano sul mercato britannico e la possibile riduzione del prezzo finale può far salire ulteriormente il consumo dei vini italiani».
Con un fatturato annuale nell’ordine di 800 milioni di euro, il Regno Unito è il terzo mercato di sbocco per i vini Made in Italy: oltre il 12% sul totale delle esportazioni. In dettaglio, i consumatori britannici acquistano 2,6 milioni di ettolitri di vini italiani. «Siamo tra i primi Paesi fornitori - ha detto il presidente di Confagricoltura - e merita segnalare che l’export di vini della Ue sembra resistere anche alle conseguenze della Brexit». Stando ai dati della Commissione europea, fa sapere Confagri, le esportazioni agroalimentari dell’Unione sul mercato britannico sono diminuite del 6% - circa 800 milioni di euro in valore assoluto - da gennaio ad aprile di quest’anno sullo stesso periodo del 2020. Per i vini, invece, si è registrato un incremento di 140 milioni.


Redazione