Nel Pif del vivaismo Igan il vaso eco che si dissolve in terra

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pif vivaismo a Pistoia

Al centro del Pif del vivaismo Igan (Italian Green Agri-Net), che ha da poco vinto il bando della Regione e prevede 3,5 milioni di euro d’investimenti coinvolgendo fra gli altri 58 vivai e l’Università di Pisa, il vaso Eco-Pot che si degrada nel terreno e non deve esser smaltito. Capofila del Progetto integrato di filiera è Impresa Verde Pistoia, società di servizi di Coldiretti.

Il futuro del vivaismo arriverà da un vaso che si degrada nel terreno. Lo dice Coldiretti al primo incontro dopo la “vittoria” del Bando Multimisura per Progetti integrati di filiera (Pif) dei promotori di “Igan (Italian Green Agri-Net) - Eco-Pot”, tenutosi il 18 dicembre nel palazzo della Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia. Un progetto che ha per capofila la società di servizi di Coldiretti Verde Pistoia e che nei prossimi mesi prevede 3,5 milioni di euro di investimenti (il contributo pubblico è del 47%) e coinvolge 64 soggetti, di cui 58 aziende vivaistiche e oltre 20 cofinanziatori.
Al centro di Igan – Eco-Pot c’è infatti la sperimentazione sul campo di un nuovo vaso ecologico (Eco-Pot) che eliminerebbe il problema dello smaltimento dei vasi di plastica attualmente utilizzati nei vivai. Vaso che si dissolve quando la pianta viene interrata nella sede definitiva, ma è molto resistente quando è fuori dal terreno e contiene la pianta in fase di crescita. Gli altri due pilastri del Pif sono la certificazione Mps di tutte le vivaistiche cofinanziatrici (il più importante riconoscimento internazionale per i produttori di piante) e gli investimenti per rendere le strutture produttive più eco-compatibili e sicure.
«È una grande soddisfazione aggregare così tanti soggetti - dichiara Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia -, dall'Università al Cnr, alle tante aziende coinvolte. Non tutte le imprese, fra l'altro, sono provenienti dal mondo Coldiretti. Tutte prove della bontà e dell'urgenza di un progetto come Igan».
«Abbiamo individuato – spiega Maurizia Seggiani, della facoltà di Ingegneria chimica dell’università di Pisa, uno dei proponenti del Pif - dei composti di matrice organica capaci, una volta interrato il vaso, di degradare anche le componenti sintetiche. La sperimentazione sarà su larga scala e su vasi non piccoli, con capienza da 18 a 50 litri».
Igan ha lo scopo di proseguire e consolidare il processo di valorizzazione dei prodotti iniziato dal Piano integrato di filiera San-Soil, in corso di realizzazione. Con San-Soil i soggetti coinvolti sono stati 25, oggi 64.
«Un progetto in linea con le esigenze ambientali ed economiche del momento», ha commentato Renzo Spagnesi, direttore dei Vivai Sandro Bruschi, capofila Pif per la misura 124 (innovazione). Ne è una prova «il fatto che tante aziende e ricercatori si raccolgono attorno ad un vaso che si disgrega: meno rifiuti significa più qualità, più reali vantaggi competitivi per le nostre produzioni e, soprattutto, una nuova cultura collaborativa di cui il nostro tessuto produttivo ha bisogno, per conquistare insieme nuovi mercati».

L.S.