Brexit peserà sul commercio di fiori olandese. Primi dati negativi nell’export in Gran Bretagna

in Brevi

L’impatto di Brexit sul commercio di piante e fiori olandese sarà significativo. A sostenerlo è il gruppo bancario Abn Amro in un recente report sugli effetti in vari settori dell’economia dell’uscita della Gran Bretagna, o meglio del Regno Unito, dall’Unione europea. Una previsione in contrasto con i toni piuttosto ottimistici di Royal FloraHolland, soltanto un paio di mesi fa, sull’andamento del business floricolo oltre Manica (vedi nostro articolo). Del resto è la stessa FloraHolland a segnalare in un comunicato stampa pubblicato ieri sul mercato florovivaistico – nel quale la cooperativa olandese rende nota una riduzione del suo fatturato del 4% fra metà giugno e metà luglio rispetto all’anno scorso, a causa soprattutto del calo dei prezzi dei fiori recisi – che secondo le cifre di Floridata a giugno l’export olandese di piante e fiori verso il Regno Unito è diminuito dell’11% rispetto allo stesso mese del 2016. Il fatto è, come spiega Abn Amro, che la svalutazione della sterlina britannica ha già reso prodotti sensibili al prezzo quali i fiori e le piante più cari in Gran Bretagna, con il conseguente decremento dei consumi. Nel Regno Unito si spendono ogni anno circa 2 miliardi di euro in acquisti di prodotti floreali e vivaistici. Il 90% di questi sono importati dall’estero, con l’Olanda nella posizione di fornitore numero 1. Il valore dell’importazione di fiori olandesi si attesterebbe intorno ai 550 milioni di euro. Abn Amro prevede che la sterlina si abbassi ancora rispetto all’euro nel 2018 e che quindi il prezzo dei fiori olandesi in Gran Bretagna si alzi ulteriormente, influenzando così in senso negativo i consumi di fiori degli inglesi.
 
LS