Coldiretti: il futuro del tabacco è nella filiera

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In seguito alla nomina di Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, a presidente della Elti, Organizzazione Interprofessionale Europea del Tabacco, l'associazione di categoria ribadisce: servono razionalizzazione e accorciamento della filiera per concentrare l'offerta e far crescere la contrattazione.

L’Italia è il più grande produttore di tabacco a livello europeo, non a caso quindi Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti, è stato nominato presidente della Elti, l’Organizzazione Interprofessionale Europea del Tabacco che gestisce una filiera dove trova lavoro oltre mezzo milione di persone. Il Presidente dell'Organizzazione Nazionale Tabacchi Italia (Ont), la più grande OP nazionale è salito al vertice europeo dell’associazione che riunisce tabacchicoltori e trasformatori degli undici Paesi europei produttori (Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Bulgaria, Francia, Ungheria, Germania, Belgio, Romania e Svizzera), per un “raccolto” complessivo di 185.000 tonnellate, coltivate su 90.000 ettari di superficie, e un valore della produzione di 500 milioni di euro.
L’Italia è leader nell’Unione europea con oltre 1/4 della produzione complessiva, sviluppata su 18.000 ettari soprattutto in Campania, Veneto, Umbria e Toscana.
«Nella nostra regione – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - il tabacco viene coltivato su una superficie di 1600 ettari, per la maggior parte nelle zone della Val di Chiana e della Valtiberina. Il kentucky è stato riconosciuto prodotto agroalimentare tradizionale della Toscana ed è stato inserito nel relativo elenco regionale. Siamo leader assoluti a livello nazionale con l’80% per ciò che riguarda la foglia di tabacco utilizzata per la fascia del Sigaro Toscano, ossia la parte esterna, costituita dalla foglia intera, elastica di un marrone uniforme e vivace. In questo comprensorio si concentrano circa 200 aziende per oltre 1000 ettari di terreni coltivati a kentucky».
«Il futuro del settore che ha dimostrato capacità di resistere alle forti sollecitazioni in questi anni, che hanno messo a dura prova gli imprenditori che hanno continuato a credere  nel comparto – commenta Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – è certamente legato alla collaborazione attraverso la razionalizzazione e l’accorciamento della filiera, grazie agli impegni pluriannuali come quello sottoscritto da Coldiretti con Philip Morris Italia, un percorso innovativo, che ha contribuito a porre le basi per migliorare la conoscenza e la capacità di confronto con il mercato, aumentando anche le risorse destinate alla ricerca, offrendo al mercato un prodotto di qualità e ad alta distintività».
 
Redazione