Florovivaismo tra Vivaismo e Floricoltura

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Il florovivaismo italiano si distingue per la vasta gamma di produzioni. Nonostante che sia spesso descritto con dati aggregati indistinti, il settore florovivaistico è articolato in due comparti che in Italia sono comunemente chiamati “vivaismo (ornamentale)” e “floricoltura”. Si tratta di due comparti strettamente legati e dai confini non così chiari e netti, ma che presentano differenze significative e tratti peculiari che è necessario capire per tracciare politiche mirate ed efficaci.
Se il “vivaismo” è dedito alla produzione, sia in vaso che in pieno campo, di piante prevalentemente da esterno e alberi, nella floricoltura si coltivano soprattutto piante in vaso da interno e fiori recisi. Ma a distinguere i due comparti sono anche e soprattutto i processi produttivi, commerciali e distributivi. Il vivaismo infatti si caratterizza per cicli produttivi più lunghi, che richiedono cure prolungate alle piante prima che esse sviluppino appieno il proprio potenziale. Nella “floricoltura” invece la produzione è più flessibile e capace di rispondere in tempi più brevi alle richieste di mercato, spesso influenzate anche dai movimenti di domanda e offerta legati alle ricorrenze festive.
Un'altra differenza importante in Italia è che il vivaismo è più orientato all'export, con una forte presenza sui mercati esteri delle piante italiane, prodotte da aziende leader a livello europeo. Al contrario, la floricoltura, con alcune significative eccezioni, è più concentrata sul mercato interno, a soddisfare la domanda di fiori e piante in vaso nazionale.
Tali differenze implicano esigenze diverse sia in termini normativi che di politiche di sostegno alla competitività. L'analisi dei dati aggregati fornisce, pertanto, solo una visione parziale della situazione: per dare risposte efficaci al florovivaismo è essenziale tenere distinti il vivaismo e la floricoltura con le loro specificità.
 
Andrea Vitali