Agrumi: ripiantare per produrre bene

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Al tavolo di filiera al Mipaaf le linee guida del piano strategico nazionale, finanziato con fondi dell'Ocm e dei Psr, che si sviluppa in cinque mosse per contrastare una crisi che dura da anni. Fra le azioni decisive la lotta alla diffusione del virus “Tristeza” che in Sicilia ha già infettato oltre 32mila ettari e 15 milioni di piante.

Il tavolo di filiera agrumicolo è stato convocato la scorsa settimana al Ministero delle Politiche Agricole ed è stato presieduto dal sottosegretario Giuseppe Castiglione con i rappresentanti di regioni, organizzazioni agricole e cooperative, imprese di trasformazione e commercializzazione. Il piano strategico che è stato elaborato prevede primariamente la lotta alla diffusione della malattia “Tristeza” con la creazione di una struttura di ricerca specifica gestita dal Crea. Si ripristinerà il potenziale produttivo con nuovi impianti su 35 mila ettari e un tasso di ricambio di 5000 ettari l'anno, facendo leva sui Psr e l'Organizzazione comune di mercato dell'ortofrutta. Previste anche azioni coordinate e promozione con la grande distribuzione. 
Il piano potrà contare inoltre su strumenti per la tutela del reddito dei produttori agricoli grazie all'abbassamento della pressione fiscale, determinata dalla cancellazione di Imu e Irap dell'anno scorso, cui va ad aggiungersi l'azzeramento dell'Irpef quest'anno.
Un'attenzione particolare sarà poi riservata al sostegno delle produzioni biologiche. Si attuerà inoltre una maggiore aggregazione dell'offerta in Organizzazioni di produttori, assieme all'approvazione dell'Organismo interprofessionale da parte della Conferenza Stato-Regioni. 
Il Ministero intanto chiederà alla Commissione Ue un intervento dedicato agli agrumi per dare ulteriore sostegno a estirpazione e reimpianto. Sul mercato interno si è intervenuti tramite l'ultima legge di bilancio che ha operato un taglio di tasse per gli agricoltori con coltivazioni arboree importanti come gli agrumeti.
Per quello che riguarda l'interscambio invece le ultime elaborazioni di Fruitimprese su dati Istat evidenziano un saldo negativo con l'estero di oltre 20 milioni, nei primi sette mesi del 2016. Inoltre, con la ratifica dell'accordo di partenariato economico tra Ue e sei paesi dell'Africa australe, le cose potrebbero ulteriormente peggiorare. Attualmente il periodo di tariffazione agevolata per gli agrumi dura ogni anno da luglio al 16 ottobre, come ricorda Ismea, dopo tale data i dazi doganali sono reintrodotti al tasso del 16%. Quando l'accordo entrerà in vigore la tassazione ridotta sarà prolungata fino a fine novembre con un decremento del dazio dell'1,8% l'anno, che scenderà dunque progressivamente fino ad azzerarsi. Tra i sei paesi dell'Africa australe il Sudafrica è quello che più esporta verso l'Italia, da qui, infatti, nel periodo 2010-2015 l'Italia ha importato quasi 287mila tonnellate di agrumi per una spesa di oltre 207 milioni di euro (indagine Ismea). Nel periodo luglio-novembre a tassazione ridotta, e in prospettiva esente da dazi, sempre dal Sudafrica, si sono importate oltre 250mila tonnellate per oltre 177 milioni di spesa. 
 
Redazione