Crollo del 70% per la produzione di miele: è allarme

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Una diminuzione così vertiginosa della produzione di miele non si registrava da decenni. Anche se le cause sono ben note: condizioni climatiche avverse e indebolimento delle api, dovuto a un eccessivo uso di prodotti fitosanitari in agricoltura. 

Una situazione che, in ogni caso, preoccupa gli allevatori riunti nel Conapi (Consorzio anazionale apicoltori) tanto da far lanciare l'allarme: le conseguenze saranno un aumento dei prezzi, stimato intorno al 20%, e un maggiore rischio di sofisticazioni.
La conferenza stampa organizzata dallo stesso Conapi, alla presenza di Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole con delega al settore, ha messo in evidenza la situazione: «Il raccolto 2016 andrà in archivio come uno dei peggiori degli ultimi 35 anni - ha spiegato il presidente del consorzio, Diego Pagani - La situazione è estesa all'intera Europa, comprese aree geografiche come i paesi dell'Est, solitamente grandi produttori di miele».
I dati evidenziano che la produzione di miele quest'anno è addirittura inferiore a quella del 2008, quando si registrarono numerosi danni legati all'uso dei neonicotinoidi nelle colture del mais e si giunse al varo del progetto di ricerca "Apenet".
Si dovrà dunque lavorare molto per controllare le produzioni, sia da parte delle istituzioni, che da parte delle forze dell'ordine.
Le importazioni di miele in Italia, nei primi cinque mesi di quest'anno, sono aumentate del 13% rispetto allo stesso periodo 2015: uno quota del 20% arriva dalla Cina, dove è consentito l'uso di polline Ogm, così come in Romania, altro esportatore. Anche per evitare che prodotti provenienti dall'estero siano spacciati come made in Italy è stato rifinanziato il progetto "Beenet", con una dotazione per il biennio 2016-17 di 689 mila euro. 
 
Redazione